Mammografia con mezzo di contrasto. È la visita che sarà possibile effettuare all’ospedale Di Venere di Bari dove è arrivato il macchinario moderno che offre un’alternativa alla risonanza magnetica, fatta eccezione per lo studio delle protesi e delle patologie come papillomatosi. Si tratta di una metodica definita CEM (Contrast-Enhanced Mammography) che offre un’indagine di secondo livello avanzata, impiegata per individuare lesioni neoplastiche della mammella e garantisce immagini di alta precisione. La CEM, oltre ad essere molto più tollerata dalle pazienti offre una maggiore rapidità dei tempi di esecuzione.
Dopo il San Paolo, la ASL di Bari raddoppia così l’offerta assistenziale per quanto riguarda le diagnosi di tumori maligni al seno nell’ambito dello screening, fornendo risposte più veloci alle pazienti che si rivolgono ai centri senologici dell’azienda sanitaria per aderire ai programmi di prevenzione gratuiti. La CEM consiste nella somministrazione di mezzo di contrasto iodato nel corso di una mammografia ad alta e bassa energia: a distanza di due minuti dalla somministrazione del liquido, il software elabora delle immagini e riscontra le lesioni patologiche. “La mammografia con contrasto – spiega la dottoressa Alessandra Gaballo, responsabile UOSVD Screening e Radiodiagnostica senologica dell’ Ospedale Di Venere – si esegue quando, una volta individuata una lesione, è necessario capire quanto è grande e se ci sono noduli satelliti che possono sfuggire all’occhio umano in modo tale da dare al chirurgo uno studio preliminare accurato. L’esame – continua Gaballo – serve anche a dirimere i casi dubbi”.
I tumori maligni hanno una vascolarizzazione autonoma, il mezzo di contrasto ristagna per qualche minuto nella lesione e l’apparecchiatura, con cui si procede a questo tipo di mammografia, permette di evidenziare la posizione e la dimensione del tumore stesso. A differenza della risonanza, per la quale restano determinate indicazioni, la mammografia con contrasto permette una più agevole posizione della donna che rimane in piedi durante l’esame: tale posizione aiuta anche il medico nella analisi della mammella, che, spesso, nella posizione sdraiata, può ostacolare l’osservazione. L’esito e la refertazione sono immediati.
Nel corso del 2023 sono stati rintracciati complessivamente dalla Unità operativa senologica del Di Venere 380 lesioni neoplastiche mammarie, su 647 biopsie eseguite nell’ambito dello screening oncologico. “Con l’introduzione della CEM, resa possibile dall’investimento tecnologico promosso da direzione aziendale e dipartimento di prevenzione – conclude la dottoressa Gaballo – potremo fare sempre più diagnosi, saremo sempre più veloci e questo significa ridurre l’ansia delle donne in attesa di un referto così importante”.