Il costo della vita in Italia vede una netta differenza tra le spese sostenute da chi vive nelle grandi città e chi risiede in piccoli comuni. Questa discrepanza rivela come la scelta del luogo di residenza influisca in modo significativo sul budget familiare. Nel confrontare i costi della vita tra città e periferia emerge una varietà di differenze significative e a tal proposito è interessante notare come specifiche aree metropolitane – vedi Milano e hinterland, di cui parla diffusamente il blog di dell’agenzia immobiliare Gromia – siano tra gli esempi più emblematici di questo contrasto dato che il capoluogo lombardo ha dei costi molto più alti rispetto alle zone circostanti che in ogni caso sono a stretto contatto con la città. Oggi, per questo motivo sono sempre più coloro che quando cercano un posto in cui vivere si fanno attentamente un resoconto degli eventuali costi da sostenere.
Analisi delle principali differenze di costo della vita tra città e periferia
Le variazioni di costo non sono uniformi: esistono differenze sostanziali tra nord e sud, città e periferia. Nella nostra analisi, esploriamo questi contrasti e cerchiamo di comprendere come influenzano la vita quotidiana. Negli ultimi vent’anni, i costi in Italia sono raddoppiati, e in alcuni casi triplicati, a causa di un’inflazione crescente. Questo fenomeno ha colpito diversi settori, dall’alloggio al cibo, ai trasporti. Gli stipendi non hanno tenuto il passo, portando le famiglie a ridurre le spese. Nonostante la sua relativamente piccola dimensione geografica, l’Italia mostra forti disparità nel costo della vita tra nord e sud, e tra centri urbani e periferie. Queste variazioni sono importanti da considerare in caso di trasferimento. La spesa per i generi alimentari è un chiaro esempio di come l’inflazione abbia modificato il potere d’acquisto. Un cono gelato, che nel 2001 costava circa 0.77€, oggi costa 2.5€. Simili aumenti si registrano per altri beni di consumo quotidiano. Interessante notare come i prezzi varino anche tra città diverse, con il sud generalmente più economico del nord. La spesa maggiore riguarda sicuramente quella legata alla casa e alle utenze. In un centro metropolitano, questa voce assorbe circa 1.400 euro al mese, mentre nelle città di minori dimensioni si riduce a 900 euro mensili. Ciò rappresenta un incremento del 38,5% nelle metropoli rispetto ai comuni più piccoli. Interessante notare invece come i costi per la spesa alimentare siano inferiori nelle grandi città rispetto ai piccoli centri. Il motivo è semplice, nelle grandi città c’è un maggior afflusso di persone e una maggiore concorrenza che porta i grandi supermercati a mantenere i prezzi più bassi rispetto ai piccoli centri periferici. Le spese di trasporto incidono maggiormente sui bilanci delle famiglie dei piccoli centri. Mentre in una grande città si spendono circa 210 euro al mese per i trasporti (2.520 euro annui), nei piccoli comuni questa cifra sale a 287 euro al mese (3.444 euro annui), con un aumento del 36,6%.
I costi per l’affitto o l’acquisto di una casa
Vivere in centro città o in periferia comporta una grande differenza nei costi. Per esempio, a Milano, un appartamento di tre vani in centro costa molto di più rispetto alla periferia. Anche a Roma si riscontra una differenza significativa tra i costi di affitto in centro e in periferia. L’aumento dei tassi di interesse ha reso l’acquisto di una casa più costoso. A Milano e a Roma, i prezzi al metro quadro variano notevolmente, con un incremento sostanziale verso i centri cittadini. In linea generale, tra i costi di una casa in città e quelli in periferia c’è un divario del 23% in media, per quanto riguarda i prezzi per l’acquisto. Invece per i costi dell’affitto la differenza e ancora più sostanziale soprattutto se si guarda alle città universitarie come Milano, Firenze, Bologna, Roma ecc…dove i costi per l’affitto sono sempre più alti, anche per la grande richiesta da parte degli studenti fuori sede.