Che lo chiamiate Santo Stefano, come i cattolici, o boxing day, come nel mondo anglosassone, il giorno che segue il Natale è festivo in molti Paesi del mondo. Santo Stefano è il primo martire della cristianità, secondo quanto riporta il nuovo Testamento. Morì lapidato poco dopo Gesù fra il 33 e il 36 d.C. perché accusato di blasfemia. È vicino al Natale come molti altri santi che furono vicini a Cristo in Terra. La Chiesa cattolica e alcune protestanti lo festeggiano il 26 dicembre. Per gli ortodossi la data è il 27. Secondo le fonti storiche viveva a Gerusalemme. Era uno dei primi 7 diaconi scelti dagli apostoli per aiutarli nella diffusione del Vangelo. Gli atti degli apostoli che ne raccontano la storia lo definiscono, al capitolo 6, uomo pieno di fede e Spirito Santo. Non si sa se fosse greco o ebreo. Il nome Stefano significa corona, incoronato e viene dal greco. Alla sua morte assistette il futuro San Paolo, che ancora non si era convertito. È festa in Italia, Austria, Germania, Irlanda, Danimarca, Catalogna, Croazia, Serbia e Montenegro (ne è il patrono) e Romania. Da noi il giorno che segue il Natale è festivo dal 1949.
In Irlanda si definisce Lá Fhéile Stiofán o Lá an Dreoilín in gaelico, Wren’s Day in inglese. Si collegano a questa giornata episodi della vita di Gesù con un passero. In Irlanda si va di casa in casa con un passero, cantando canzoni. Lo facevano un tempo uomini e ragazzi vestiti di stracci. Adesso i passeri sono immagini o finti, un tempo erano veri.
Nei paesi anglosassoni non è il giorno di Santo Stefano, ma il boxing day. L’origine della giornata viene dalla tradizione di regalare qualcosa ai poveri. Il nome verrebbe dalle cassette per le elemosine fuori dalle chiese, non alle scatole dei doni lasciate fuori dalle porte nel giorno che segue il Natale. Se il 26 dicembre è domenica si sposta al giorno successivo e sempre più spesso è associato all’inizio dei saldi. La vecchia Inghilterra aveva questa giornata come quella privilegiata per la caccia alla volpe.