Lo aveva manifestato in tempo non sospetti, quando stava bene. Barbara aveva espresso la volontà di donare i suoi organi in caso di morte celebrale. E così è stato. Con il suo gesto e la sua generosità potrà salvare la vita di altri grazie al suo fegato, reni e cornee. La donna tarantina, dopo la sua morte improvvisa per un aneurisma celebrale, ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore dei propri cari che la ricordano con immenso affetto. Aveva solo 47 anni.
Barbara nasce a Taranto nel 1976 da mamma ferrarese e papà tarantino, bambina brava e studiosa, coccinella degli scout della Parrocchia Sacro Cuore di Gesù con il fratello Davide. Studia al liceo scientifico e dopo si laurea a Roma presso l’università Luiss in Economia e Commercio, ma avrebbe sempre voluto fare l’architetto. Torna a Taranto, diventa commercialista e lavora tanti anni nell’amministrazione di una società nella zona industriale. Nel frattempo conosce Alessandro suo attuale marito e padre di sua figlia Elisabetta. Le sue estati amava trascorrerle a Lido Silvana, prima al camping e poi al “residence Peluso”, negli altri mesi viaggiava.
“Barbara – dicono i suoi cari – la ricordiamo per la sua allegria, intelligenza, modestia e generosità”.