Droga, armi rudimentali e materiale proibito, tra cui cellulari. È quanto trovato nel carcere di Foggia, in seguito ad alcune perquisizioni che si sono tenute negli scorsi giorni in seguito alle diverse segnalazioni e denunce portate avanti dal sindacato autonomo polizia penitenziaria, Sappe che ha voluto evidenziare in una lettera il lungo percorso che è “ancora necessario” compiere per risolvere le diverse problematiche.
“In più occasioni il SAPPE – scrivono – ha denunciato il degrado presente nel carcere di Foggia, in cui la violenza e la prepotenza dei detenuti hanno raggiunto livelli non più accettabili, con i poliziotti sottoposti a minacce, ingiurie giornaliere quando non finivano all’ospedale. Una situazione che era degenerata dopo l’evasione dei 73 detenuti che aveva portato il penitenziario del capoluogo Dauno sull’abisso che sembrava senza fine. In tante occasioni il SAPPE aveva chiesto l’invio di un comandante di reparto effettivo capace e professionale, mentre il DAP continuava ad affidare tale delicato incarico a funzionari che venivano a Foggia più per riscuotere i soldi del ben remunerato servizio di missione, che per risolvere le problematiche del carcere. In questo precario contesto i detenuti si sono infilati e ne hanno largamente approfittato violando le norme interne e non riconoscendo l’autorità dell’amministrazione penitenziaria. In questo contesto il personale di polizia penitenziaria scoraggiato e demoralizzato , poiché con tanti comandanti ognuno con le sue idee era diventato impossibile lavorare in maniera seria e professionale, ha iniziato non farcela più. Anche grazie alle numerose prese di posizione del segretario generale del SAPPE Donato Capace, il Capo del DAP, ha deciso di mandare nel carcere Foggiano un comandante di reparto in pianta stabile ed i risultati si sono visti subito” – evidenziano.
“Da allora proseguono – le perquisizioni interne al carcere, quasi dimenticate, sono state riesumate con ottimi risultati sia per quanto il sequestro di materiale proibito (telefonini, droga, armi rudimentali), senza parlare del contenimento dei detenuti violenti a cui è stato mandato un messaggio chiaro, e cioè devono rispettare le leggi che regolano il sistema penitenziario, nonché i poliziotti e gli altri detenuti. Per far capire meglio il messaggio, nella nottata trascorsa il carcere di Foggia è stato rivoltato come un calzino, con l’impiego di oltre 150 unità tra personale del carcere, gruppo cinofilo, poliziotti provenienti da altre carceri della Puglia e della Basilicata, nonché dal gruppo di pronto intervento arrivato per coadiuvare i poliziotti foggiani nel riportare il carcere sotto controllo. Anche in questo caso è stata sequestrata droga, armi rudimentali e materiale proibito. Dopo questi eventi Il SAPPE auspica che la legalità, dopo tanto tempo, rientri presto nel carcere, e questa notizia non deve solo far piacere ai poliziotti da tempo offesi e minacciati, oppure ai detenuti più deboli sopraffatti dai più violenti, ma anche al Prefetto di Foggia poiché un carcere più sicuro dà garanzie e fiducia all’intero territorio. Sicuramente i problemi non sono risolti poiché il cammino del completo controllo della situazione che era completamente sfuggita di mano non è facile(si aspettano colpi di coda da parte di taluni detenuti), ma siamo sicuri che con la professionalità, il coraggio del nuovo comandante, del suo staff e del personale di polizia penitenziaria di Foggia sarà possibile rinverdire i fasti per cui il carcere di Foggia nel passato, era un modello per i penitenziari della nazione” – concludono.
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