Un dispositivo, basato sull’utilizzo della intelligenza artificiale, il cui scopo è di prevenire la violenza sulle donne. A progettarlo il professore ricercatore del Politecnico di Bari, Agostino Giorgio. “Il dispositivo – spiega – è il duale del braccialetto elettronico: è uno scudo per la vittima piuttosto che un guinzaglio per il carnefice. Ciò non significa che non possano essere utilizzati entrambi per una maggiore sicurezza e protezione. In sostanza, l’intelligenza artificiale riconosce con elevatissima attendibilità una situazione di pericolo e trasmette in maniera del tutto automatica e silente messaggi di alert con le coordinate GPS della potenziale vittima”.
In questo modo partono automaticamente ed immediatamente richieste di aiuto che la vittima non potrebbe inviare. “È una sorta di segnale di richiesta di aiuto (la mano con il pollice ritratto) in forma elettronica che viene trasmesso in forma totalmente automatica e può raggiungere chiunque ed ovunque “, continua il professore.
Obiettivi
Il progetto è finalizzato alla realizzazione di un dispositivo antiviolenza, specificatamente per la prevenzione della violenza sulle donne, basato sull’utilizzo della intelligenza artificiale, che sia:
▪ completamente automatico (non richieda alcun intervento da parte dell’utente per espletare le sue funzioni se non l’accensione iniziale)
▪ connesso ad internet (in modo autonomo o tramite hotspot wifi)
▪ in grado di inviare richieste di soccorso con geolocalizzazione a destinatari predefiniti
▪ alimentato a batteria
▪ personalizzabile
Descrizione
Il dispositivo si comporta come una “sentinella” virtuale la cui intelligenza artificiale interpreta con affidabilità estremamente elevata, in tempo reale, scenari ad alto rischio di esiti violenti, distinguendoli da altri scenari più “comuni” di litigi e discussioni di cui prevede con altrettanta elevata affidabilità un esito non violento.
Quando il dispositivo individua uno scenario ad alto rischio di violenza, eleva uno “scudo” a protezione della persona che ne usufruisce che consiste nell’invio, nel giro di pochi secondi, di richieste di soccorso con geolocalizzazione, in modo automatico, senza necessità dell’intervento umano, e silente (nessuno si accorge dell’invio di queste richieste di soccorso se non chi le riceve).
Le richieste di soccorso possono essere in forma di notifiche su smartphone, messaggi, e-mail. Il dispositivo agisce nel più totale rispetto della privacy: non memorizza e non diffonde alcun tipo di
dato sensibile eccetto la geolocalizzazione per la quale, però, è implicito il consenso di chi decide di utilizzarlo.
Il dispositivo richiede una configurazione “una tantum” per impostare, per esempio, i destinatari delle richieste di soccorso e per eseguire altre personalizzazioni possibili.
Stato di avanzamento
Il progetto è stato completato fino alla realizzazione del prototipo su scheda nano a microcontrollore che si connette ad internet tramite hotspot wifi. Il funzionamento è stato testato con successo in modalità debug.
I test eseguiti sul prototipo sono assolutamente incoraggianti perché rivelano una accuratezza elevatissima nel distinguere situazioni di reale pericolo di aggressione da scenari di “comuni” litigi o
discussioni con esito non violento e nell’invio delle relative richieste di aiuto. Le dimensioni (il prototipo è di circa 2×4.5 cmxcm) sono tali da potersi facilmente mascherare in un pacchetto di sigarette, per esempio, oppure di caramelle oppure in altro case da progettare.