Il numero dei “viaggi della speranza” per la cura dei tumori al di fuori della regione Puglia è in netta diminuzione. È quanto emerso dai dati condivisi dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, nel corso dell’incontro “Quinta indagine nazionale sullo stato di attuazione delle reti oncologiche regionali”. Entrando più nel dettaglio, i dati registrano un netto cambiamento rispetto agli anni passati. Nel 2018, i ricoveri in ambito oncologico al di fuori della regione hanno raggiunto quota 9.440, ma nel 2022 si è registrata una significativa riduzione, pari a 7.777, corrispondente a una diminuzione del 17,61%. Questa tendenza ha comportato una riduzione del costo della mobilità passiva in ambito oncologico, sceso dai 46 milioni del 2018 ai 37 milioni del 2022, equivalente a un risparmio notevole di quasi 9 milioni di euro, pari al 19,5%.
“Nonostante il Mezzogiorno sia penalizzato dal Fondo sanitario nazionale – ha sottolineato Emiliano – l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali ci riconosce dei progressi: la riorganizzazione della nostra rete oncologica ha provocato un crescente impatto favorevole sugli esiti dello studio. Gli indicatori sulle prestazioni ambulatoriali di chemioterapia e radioterapia hanno registrato un notevolissimo passo in avanti, con punte di eccellenza nella provincia di Bari e ottimi in quella di Lecce. Complessivamente, secondo l’indice sintetico di valutazione, mentre prima figuravamo tra le ultime posizioni, nel giro di pochi anni ci siamo attestati al decimo posto con una valutazione di 68,73 centesimi. Dobbiamo proseguire su questa strada e rafforzare la capacità complessiva del sistema sanitario regionale, per abbattere le liste di attesa e contenere i viaggi della speranza, offrendo maggiori risposte di salute ai bisogni dei nostri cittadini in termini di prevenzione, qualità e sicurezza delle cure oncologiche” – ha concluso. Parole a cui fanno eco quelle di Alessandro Delle Donne, direttore generale dell’Istituto tumori Giovanni Paolo II di Bari e presidente dell’unità di coordinamento oncologico regionale (Ucor). “Abbiamo finalmente invertito la rotta – ha evidenziato – recuperando reputazione e credibilità in ambito oncologico” – ha concluso.