Inaugurata la cisterna cinquecentesca in piazzetta Rainaldo e Bisanzio (alle spalle della cattedrale di San Sabino) al termine dell’intervento di restauro, promosso dal Soroptimist International Club di Bari, che ha restituito l’originaria bellezza al manufatto di proprietà comunale costruito nel XVI secolo per volontà dell’allora duchessa di Bari Bona Sforza (1524-1557).
All’evento hanno partecipato anche la presidente del club barese di Soroptimist International e consilgiera comunale Micaela Paparella, l’assessora alle Culture e Turismo Ines Pierucci, il direttore del Museo Diocesano di Bari don Michele Bellino e i rappresentanti delle realtà che hanno sponsorizzato il restauro – AQP spa, Fondazione Antonio Laforgia, BCC di Bari e Taranto, Centro di storia religiosa in Puglia, Galante restauri e conservazioni srl, Neos restauri srl, dott. Cataldo Tarantini Leone.
“Desidero ringraziare il Soroptomist per questo ulteriore dono alla città – ha dichiarato il sindaco Decaro -. Avere cura dei luoghi e dei simboli della nostra storia significa amare la nostra città e custodirla al meglio per chi verrà dopo di noi. In questo caso raccontiamo un pezzo di storia importante che ci restituisce la testimonianza del rapporto tra la regina Bona Sforza e i baresi, per i quali fece costruire una serie di cisterne per far fronte alla cronica carenza di acqua. Grazie al restauro eseguito, questo bene, pesantemente danneggiato dal tempo, dall’incuria e dagli atti vandalici, potrà costituire un ulteriore tassello di bellezza lungo i percorsi alla scoperta di Bari vecchia. Colgo l’occasione per ringraziare tutte le associazioni che in questi anni ci hanno aiutato a prenderci cura del nostro patrimonio attraverso lavori di restauro, valorizzazione o anche promozione. Perché anche far conoscere un luogo o un monumento significa aver cura della propria città e trasferire un pezzo della nostra storia e della nostra identità a chi non lo conosce”.
La cisterna oggetto del restauro è l’unico esemplare ancora esistente fra quelli realizzati all’epoca da Bona Sforza per far fronte alla cronica carenza d’acqua che affliggeva la popolazione ed è inclusa negli elenchi descrittivi dei beni di interesse storico-artistico del Comune di Bari.
L’intervento di restauro, che ha ricevuto l’autorizzazione della Soprintendenza Archeologica, Belle arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bari, è consistito in accurate attività di pulitura e rimozione del cemento, trattamento biocida, stuccature e microstuccature, infiltrazioni di malta in profondità per facilitare il consolidamento, stuccature di sostegno e consolidamenti di tipo chimico localizzati.