E’ l’8 novembre e, dopo due mesi di attesa dalla richiesta, la Asl le fornisce la fornitura di pannoloni mutande per la persona malata assistita in casa, ma dopo un mese, quest’ultima cade e si frattura il femore, dunque, essendo allettata, necessita non più di panni “a mutanda”, ma di quelli a strappo. Da qui la richiesta, da parte di chi se ne occupa, di effettuare la variazione, alla quale però, come risposta, le viene sottoposta la necessità di richiedere la visita di uno specialista del quale però, per più di un mese, “non si vede neanche l’ombra”.
E’ il calvario che una cittadina barese, alle prese con tempi burocratici lenti e sanità a tratti “indifferente”, sta vivendo da quando, ormai da tempo, ha scelto di accudire in casa, rifiutando il ricovero in lunga degenza, un parente malato. Una scelta, evidenzia, effettuata per “permettere a quest’ultimo di essere accudito a casa con amore e rispetto”. Una scelta che però sta costando caro, non solo in termini economici, in quanto, evidenzia “anche gli ausili medici ho dovuto comprarli a mie spese”, ma soprattutto in termini mentali perché, molti dei diritti che dovrebbero essere garanti alla persona malata e a chi sceglie di prendersene cura, non sono rispettati.
Fino al primo dicembre, a distanza di un mese dalle dimissioni protette con relativo procedimento di ADI – evidenzia con tono esausto e arrabbiato – “non si è visto nessuno”. La donna avrebbe diritto a pannoloni a strappo, infermiere per cambio catetere con relativi accessori e medicazione piaga, fisioterapia domiciliare. La situazione si è parzialmente sbloccata il 4 dicembre, giornata in cui – racconta – “sono venuti a fare una visita”. “Dalla settimana prossima dovrebbero venire a cambiare il catetere, un primo passo è stato fatto, ma spero che arrivi presto anche l’urologo, in modo che almeno non dovrò comprare più anche i panni così che, ogni 15 giorni, arriverà l’infermiere. Per ottenere questo è passato solo un mese…solo. Fino al 4 dicembre non abbiamo visto nulla, ma abbiamo pagato tutto e tutti, tranne il mio lavoro di badante. Allora ditelo che gli anziani li dobbiamo buttare oppure chiudere nelle RSA perché se ci comportiamo diversamente ce la dobbiamo piangere tutta. Non si può prescrivere fisioterapia necessaria e poi mandarla dopo mesi…i muscoli si atrofizzano” – conclude.
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