“In attesa della prossima convocazione del tavolo del centro sinistra, con regole certe sulla rappresentatività, nella gestione del dibattito e nella comunicazione degli esiti delle riunioni, confidiamo che il presidente della Regione, il sindaco uscente, i partiti, i movimenti, le liste e le organizzazioni civiche della coalizione partecipino a questo confronto senza preclusioni. Se restiamo insieme non c’è confronto con la destra, né sul piano dei numeri, né per la qualità delle proposte di governo. Noi continueremo il dialogo, con tutti”.
Michele Laforgia, dalla sede de La Giusta Causa, l’associazione che ha contribuito a fondare cinque anni fa, ha tenuto la sua prima conferenza stampa sulle elezioni amministrative di Bari del 2024. “Da quando, nell’ambito della Convenzione, alcune forze politiche hanno proposto la mia candidatura, ho dichiarato pubblicamente di essere al servizio della coalizione. Nelle pochissime occasioni in cui sono intervenuto, – ha detto – ho spiegato le ragioni per cui ritengo le primarie uno strumento divisivo e poco trasparente, ribadendo la necessità di preservare l’unità del centrosinistra attraverso il confronto e la costruzione condivisa del programma. Con spirito unitario. Per questo, pur restando molto sorpreso da alcune reazioni e dai toni, a volte scomposti, con cui mi è stato chiesto di farmi da parte, ho ritenuto opportuno non alimentare alcuna polemica sulla stampa, evitando di rispondere alle molteplici sollecitazioni giunte nelle ultime settimane. Lo faccio adesso perché occorre fare chiarezza su alcune questioni politiche essenziali”.
“Io non ho alcuna smania di fare il sindaco – ha evidenziato – , non ho alcuna ambizione personale. Ho detto di essere disponibile a una candidatura che è stata espressa e richiesta da alcune forze politiche. Mi sento in debito con la città e credo che sia il momento di mettermi al servizio della città. Considero l’unità un valore e ho grande rispetto nei confronti di tutti i candidati e del Pd che le ha espresse”.
Quindi l’analisi della situazione attuale. “È il momento di prendere atto – ha aggiunto – che stando a tutti i sondaggi diffusi negli ultimi giorni, i baresi sembrano orientati a riconfermare la fiducia al centrosinistra, in controtendenza con il trend nazionale, e la mia candidatura non appare né minoritaria, né divisiva. Al contrario, risulta ampiamente condivisa dagli elettori, anche del Partito democratico. Inoltre, pretendere un passo indietro senza esplicitare le ragioni del dissenso non solo non è rispettoso nei confronti di chi ha proposto la candidatura e vuole andare avanti, ma soprattutto non contribuirebbe a fare chiarezza: per quali ragioni e in che modo dovremmo trovare un altro candidato? Quali caratteristiche dovrebbe avere per risultare preferibile a chi è già in campo? Come potrebbe unire la coalizione, se scaturisce da un veto che segnerebbe una frattura difficilmente sanabile? Nessuno lo dice e, a quanto pare, nessuno lo sa. Qualsiasi candidatura che nasce da un veto non sarebbe compresa dal nostro elettorato e rischia di creare una frattura difficilmente sanabile”.
“Per questo – ha concluso – non sono e non siamo disponibili a metterci alla ricerca di altri nomi. Il centrosinistra non ha bisogno di un casting, ma di riportare la discussione sulle candidature all’interno della coalizione, parallelamente alla elaborazione delle proposte per il governo della città”.
La Giusta Causa, su questa strada, ha già in calendario alcuni appuntamenti: martedì 19 sulla città universitaria, con un focus sull’edilizia residenziale; il 20 o il 21 dicembre un incontro sulle idee per il programma; il 16 dicembre la proiezione di un documentario su Enrico Berlinguer (“Il mar dell’avvenire – c’era una volta Berlinguer”).”