Le immagini con le migliaia di fedeli russi in pellegrinaggio a Bari sono ormai un lontano ricordo. Prima il Covid e poi la guerra in Ucraina hanno ridotto drasticamente le presenze dei devoti in città e per i prossimi 18 e 19 dicembre, giorni in cui da calendario ortodosso si festeggia San Nicola, a Bari non c’è l’attesa dei grandi numeri, come una volta. A spiegare cosa sta accadendo è Rocky Malatesta, presidente del Cesvir, il Centro Economia e Sviluppo Italo-Russo di Bari.
“La situazione logisticamente non è cambiata – spiega Malatesta – non essendoci più voli diretti tutto viene lasciato alla possibilità economica di pochi che raggiungeranno Bari attraverso Istanbul o i paesi baltici con destinazione Milano Ma stiamo parlando davvero di poche persone disposte a spendere 700, mille euro per arrivare qui”.
Il “mercato” del turismo russo è cambiato profondamente, al punto tale che anche le guide russe più esperte in città hanno deciso di fare un altro mestiere. “Quel fenomeno si è annullato completamente proprio a causa della difficoltà di raggiungere Bari. Qui arriveranno i russi che vivono in Puglia o in qualche regione limitrofa, ma niente di più”, continua Malatesta.
Intanto però fervono i preparativi per i due giorni di festeggiamenti. “Stiamo organizzando per il 19 dicembre un evento con il coro femminile dell’Unione delle donne ortodosse dalla città Dmitrov che accompagnerà le celebrazioni. E stiamo cercando anche di organizzare un evento aperto alla città con il coro e il trio di archi di musicisti baresi in modo da riaccendere questo lato di amicizia culturale tra Bari e la Russia. Lo faremo in una chiesa della città”. Ad accompagnare questo coro ci sarà la solista del Bolshoi, Maria Pakhar.
“Attendiamo pazientemente che le cose possano cambiare – conclude Malatesta – con il termine del conflitto e poi ci vorrà un periodo di rigenerazione culturale e di ricucitura. Con San Nicola speriamo di essere protagonisti di un riabbraccio con la popolazione coinvolta nei conflitti”.