Il 32% dei turisti enogastronomici italiani ritengono la Puglia una delle 3 migliori regioni italiane per il turismo enogastronomico, un gradimento legato alla qualità dei cibo, ma anche alle masserie contadine che propongono le ricette tipiche della tradizione regionale, con gli agriturismi che registrano un aumento esponenziale degli ospiti sia per la ristorazione che per l’alloggio. E’ quanto emerso dall’analisi di Coldiretti Puglia, sulla base dei dati di ARET Puglia relativi al 2023, in occasione dell’Assemblea Nazionale di Terranostra, l’associazione agrituristica e ambientale di Coldiretti. Il 23% dei turisti italiani dichiarano di avere in programma un viaggio in Puglia per turismo enogastronomico – aggiunge Coldiretti Puglia – ma già oltre il 20% dei turisti italiani afferma di aver visitato la Puglia in maniera mirata per vivere esperienze enogastronomiche.
Le strutture agrituristiche pugliesi – spiega Coldiretti Puglia– offrono cibi genuini e fedeli alla tradizione contadina, quindi bando ai cibi troppo ricercati o sofisticati e via libera alle ricette tipiche della regione, molto graditi dagli italiani e dagli stranieri. L’allestimento della tavola è a tema e introduce elementi della tradizione come i centrotavola ad uncinetto fatti dalla nonna e composizioni di fiori di campo. “I nostri agriturismi offrono alloggio, ristorazione, ma anche degustazioni e attività ludiche, ricreative e sociali per gli ospiti che riescono a vivere giornate piene pur se rilessanti”, spiega Antonio Baselice, presidente di Terranostra Puglia.
In testa alle motivazioni che spingono i vacanzieri in agriturismo c’è la voglia di contatto con la natura, mentre al secondo posto – secondo Coldiretti/Noto Sondaggi – l’enogastronomia. Un trend trainato dal fenomeno dei cuochi contadini, gli agricoltori chef a chilometri zero che cucinano i prodotti coltivati in azienda recuperando spesso antiche ricette della tradizione campagnola, diventati un vero e proprio valore aggiunto per le strutture. Al terzo posto tra le motivazioni c’è la voglia di relax, ma c’è anche qualcuno che va in campagna per sfuggire allo smog delle città e chi vuole fare attività sportiva. Ma l’amore degli italiani per l’agriturismo è dimostrato anche dal fatto che a ben 22 milioni di italiani piacerebbe aprirne uno, secondo l’indagine Coldiretti/Noto Sondaggi.
Ma l’agriturismo rappresenta anche uno dei punti di forza della destagionalizzazione del turismo, tanto da essere particolarmente apprezzato da chi scegli le partenze a giugno o a settembre anche per conoscere una Italia cosiddetta “minore” dai parchi alla campagna, dalla collina fino ai piccoli borghi che fanno da traino al turismo enogastronomico, con ben il 92% delle produzioni tipiche nazionali che nasce nei comuni italiani con meno di cinquemila abitanti. Lo dimostra il fatto che l’offerta agrituristica è addirittura cresciuta, raggiungendo quasi quota 960, dove l’alloggio con 862 aziende e la ristorazione con 693 si confermano i due pilastri dell’agriturismo, ma anche la degustazione cresce progressivamente e conta 443 aziende. In cima alla classifica regionale c’è la provincia di Lecce con 369 agriturismi, seguita – aggiunge Coldiretti Puglia – da Bari con 139, Brindisi 122 e Foggia con 119 strutture, e poi vengono Taranto con 87 aziende e la BAT con 27 agriturismi.
Per chi ama la vacanza all’aria aperta come i camperisti, gli agriturismi italiani mettono inoltre a disposizione – sottolinea la Coldiretti – piazzole attrezzate di sosta ma anche spazi per picnic, tende e roulotte per rispettare le esigenze di indipendenza di chi ama prepararsi da mangiare in piena autonomia ricorrendo eventualmente solo all’acquisto dei prodotti aziendali. “Dall’agri-campeggio all’agri-relax, dalla semplicità dell’accoglienza rurale ai buffet con i prodotti dell’orto, alle passeggiate ritempranti nella natura, il ventaglio di servizi innovati offerti in masseria sono alla base del gradimento in crescita degli ospiti italiani e stranieri”, aggiunge Baselice che ribadisce “l’impegno di Terranostra di contribuire a riposizionare l’offerta turistica nell’ottica di una maggiore sostenibilità ambientale e sociale oltre che economica, secondo modelli di sviluppo più equilibrati, a beneficio del turismo di qualità è sempre più attento non solo alle bellezze naturali, paesaggistiche, artistiche e archeologiche del nostro territorio ma anche ad un ambiente pulito e salubre e alla riscoperta dei prodotti tipici, della qualità del cibo e del buon mangiare”, conclude Baselice.