Nella tarda mattinata del 27 novembre a Spinea nel veneziano un uomo di 78 anni ha perso la vita cambiando una lampadina in terrazza. Ha perso l’equilibrio ed è precipitato. Mentre, è di pochi giorni fa la notizia di un cinquantenne in Friuli Venezia Giulia che, per compiere lo stesso tipo di intervento, è caduto dalla scala sulla quale era salito. Ha battuto la testa e ha immediatamente perso conoscenza, finendo in coma. Prima di lui a settembre, sempre a causa di una caduta dall’alto in casa, ha perso la vita un 67enne nel padovano. Ma questi sono solo alcuni dei più recenti e gravi incidenti che accadono tra le mura domestiche ogni giorno nel nostro Paese.
Perché la casa, il rifugio più sicuro per eccellenza, è in realtà uno dei luoghi più pericolosi della quotidianità. E a dirlo come spesso accade, accanto alle notizie di cronaca, sono le indagini statistiche. Le più recenti rilevazioni ISTAT relative all’ultimo trimestre del 2022 hanno contato 612 mila incidenti domestici e 549 mila persone che hanno subito ferite o sono morte. Un’emergenza evidentemente sottovalutata dal momento che, attraverso una proiezione annuale, si parla di circa 2 milioni 500 mila incidenti in quattro trimestri. Ne dà notizia l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering
Milioni di infortunati tra i quali, stando sempre alle più recenti indagini ISTAT disponibili, ma relative agli anni precedenti, danno una percentuale di decessi pari allo 0,3%. Percentuale che, applicata ai dati del 2022 (2.196.000 persone coinvolte) porterebbe a 6.588 vittime per il 2022. Secondo l’ISTAT nel 2022, più del 64,3% degli incidenti domestici vede come vittima una donna, il 22% ha più di 80 anni. Oltre il 5% degli incidenti coinvolge i bambini e adolescenti da 0 ai 14 anni.
In base ai dati raccolti dal sistema SINIACA (Sistema Informativo Nazionale Incidenti in Ambienti di Civile Abitazione), istituito presso l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), gli incidenti domestici più frequenti sono le cadute (una persona su due e soprattutto donne anziane) che possono provocare non solo danni fisici, e conseguente disabilità, ma anche disturbi psicologici, ansia e depressione dovuti alla paura di cadere nuovamente. Mentre, i principali fattori che determinano le cadute in casa sono: lavori domestici, scale (fisse o removibili), sedie, sgabelli, pavimenti lisci, bagnati o sconnessi, fili elettrici o prolunghe, tappetini per il bagno, ostacoli vari (sporgenze e spigoli, piedini o gambe dei mobili), illuminazione insufficiente, assunzione di farmaci, in grado di provocare sonnolenza, disturbi motori e visione confusa, malattie come l’osteoporosi.
Gli ambienti più pericolosi sono: la cucina (20%), soggiorno e camera da letto (26%), scale (10%), bagno (7%), a causa di superfici scivolose o bagnate di sanitari, vasca, doccia, pavimento, altri locali interni (8%), garage e cantina (13%), giardino e altre aree esterne alla casa (6%).
Ma se le principali cause di infortunio si conoscono, com’è possibile che non si riesca ad invertire la tendenza? Data la frequenza degli infortuni a dir poco sottostimata, occorre pensare ad un piano di prevenzione più accurato e mirato con campagne efficaci che vadano dalla scuola alla famiglia anche attraverso i media tradizionali e i social. Questo contribuirebbe alla diffusione di corretti stili di vita, con particolare attenzione alle categorie a maggior rischio, ovvero donne, bambini e anziani.