Un minuto di “rumore” per Giulia e per tutte le vittime di amori sbagliati. La Cgil e Uil in piazza a Bari, aprono così una giornata di fermo contro la manovra Meloni. Quinto giorno di sciopero che quest’oggi coinvolge le regioni del sud. Ad incrociare le braccia il 1 dicembre sono le lavoratrici e i lavoratori di Campania, Calabria, Basilicata e Puglia. La data di oggi arriva dopo il 17 novembre nella quale a fermarsi furono le regioni del Centro, al 20 novembre, sciopero in Sicilia, al 24 novembre, sciopero nel Nord Italia e al 27 novembre, mobilitazione in Sardegna. Le manifestazioni più importanti sono state organizzate a Napoli, dove parlerà dal palco il segretario generale della Cgil nazionale, Maurizio Landini, ed a Bari, con la manifestazione che si terrà in Piazza Libertà, dove aprirà il palco, alle ore 10, la segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci, mentre le conclusioni saranno affidate al segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri.
“Le ragioni per scioperare e stare in piazza al Sud e in Puglia – ha detto Bucci, segretaria generale della Cgil regionale – sono ancora maggiori, nei confronti di un Governo che taglia risorse al Mezzogiorno andando contro il disegno europeo di favorire la coesione territoriale. Una regione, la nostra, caratterizzata da prevalenza di settori a basso valore aggiunto che trascinano verso il basso salari già da fame. Dove i pensionati dei settori privati vivono con 700 euro di assegno mensile. Dove serve investire in qualità del lavoro, in crescita e innovazione, per favorire buona occupazione e frenare l’emigrazione giovanile. Dove la sanità lamenta forti carenze di organico ed è sotto i livelli essenziali di assistenza e che non potrà che peggiorare con gli insufficienti finanziamenti del fondo sanitario nazionale. Siamo in piazza e scioperiamo contro un disegno antisociale di questo governo che rischia di aggravare la condizione delle persone che rappresentiamo”.