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Femminicidi, il magistrato: “Necessaria una rivoluzione culturale”

Le parole di Fabio Roia, presidente del Tribunale di Milano

Pubblicato da: redazione | Ven, 24 Novembre 2023 - 14:52
Violenza Sulle Donne E

“Il problema della violenza contro le donne ha bisogno di un intervento strutturale, in una società che non ha ancora svoltato completamente in una condanna senza se e senza ma, incondizionata, del potere di predominio dell’uomo sulla donna”. Lo afferma all’ANSA Fabio Roia, presidente del Tribunale di Milano e consulente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio. “Sono convinto che il femminicidio – sostiene – sia un evento prevedibile ed evitabile almeno 9 volte su 10: su questo ci dobbiamo impegnare ancora di più”. Il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Roia sarà a Firenze per partecipare a un incontro per la seconda giornata del festival ‘L’eredità delle donne’ intitolato ‘Fermiamo la violenza’, mentre nel Paese non si è spenta l’emozione per il femminicidio di Giulia Cecchettin. “E’ un fatto che ci ha emotivamente colpito – osserva Roia – e mi auguro che quando si spegneranno i riflettori su questo caso, come accadrà inevitabilmente, non passi una forma di assuefazione”.

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Secondo il magistrato, nella nostra società sopravvive ancora “un compiacimento per quel modello di patriarcato dove l’uomo era al centro della relazione, e le famiglie continuano a trasmettere questo modello educativo alle nuove generazioni. C’è poi il mondo del web, dei social, attraverso il quale il messaggio violento e di predominio passa più facilmente, anche perché viene favorito l’anonimato e c’è un’accentuata forma di misoginia. Maggiore è l’affermazione della donna nel contesto sociale, e maggiore è la spinta reattiva di un uomo che non accetta un ruolo di subalternità”. Lo schema del femminicidio, secondo Roia, “è quasi sempre lo stesso: la donna decide unilateralmente di rompere una relazione, l’uomo non accetta la rottura, e comincia un’azione che piano piano si trasforma in un’attività persecutoria che poi porta al femminicidio”. La risposta giudiziaria, per il magistrato, è migliorabile perché “le leggi ci sono” ma ci sono anche “scoperture molto alte nell’ambito della magistratura”. Tuttavia, sostiene Roia, c’è anche un’azione culturale da praticare: “se fra uomini si fa una battuta sessista, chi la fa andrebbe isolato dai non violenti, e criticato per la sua performance. Allo stesso modo, chi sta vicino a una donna che è in una situazione che evidenzia una violenza, un compagno geloso che controlla il cellulare o gli spostamenti, deve essere una sentinella di sensibilizzazione, e consigliare questa donna a rivolgersi ai centri antiviolenza”.

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