Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Italodisco”
Ti è mai capitato di ritrovarti a cantare per ore la stessa canzone? Sempre lo stesso punto, ancora e ancora. E più magari cerchi di togliertela dalla mente e più continua a risuonare imperterrita.
Il passaggio dall’amare follemente un tormentone, a odiarlo, a volte può essere molto breve!
Scienziati e psicologi, affascinati da questo fenomeno, ne hanno dato una spiegazione.
Il fenomeno è chiamato “earworm”, che in italiano si traduce come “verme nell’orecchio”, e fa riferimento alla situazione inizialmente bella ma potenzialmente frustrante, non riuscire più a smettere di cantare o sentire dentro di noi come un eco, una determinata canzone.
Ma cosa è effettivamente che ci fa restare una canzone nella mente per così tanto tempo?
La risposta è tanto semplice quanto assoluta: il ritornello. Ogni canzone gioca su una serie di frasi ripetute, con un motivetto specifico, intervallate da altre parti di testo.
In psicologia esistono due effetti correlati a questo: “recency” e “frequency ”, effetto “recenza” e “frequenza”. Il primo spiega che siamo portati a ricordare le cose che accadono per ultime, quindi, appunto le più recenti; il secondo che lo stesso meccanismo si instaura con quelle maggiormente ripetute.
Applicandolo dunque al nostro contesto, il cervello riesce a ricordare meglio ciò che gli si è appena mostrato: così, una canzone che termina con un motivo canticchiabile, resterà intrappolato per più tempo nella nostra mente. Anche un ritornello, che gioca sull’effetto di ripetizione, verrà inevitabilmente ricordato con più facilità del resto.
Prestando più attenzione, i tormentoni appaiono molto simili, e questo perché giocano su una melodia semplice, immediata e ricorrente. Dopo soli 7 secondi un utente medio di spotify decide se switchare canzone oppure no. I nostri cantanti hanno quindi a disposizione solo pochi secondi e poche note per fare breccia nel nostro cuore e nella nostra mente!
Ma tornando a noi, come ci si libera del motivetto ricorrente?
Paradossalmente uno dei metodi potrebbe essere ascoltare il brano per intero, oppure trovare una canzone “antidoto”, che metta in secondo piano l’earworm. Pare che l’inno del Regno Unito, GoSave The Queen, funzioni particolarmente bene, al pari di Karma Chameleon dei Culture Club.
Ultimo tentativo potrebbe essere masticare un chewing gum. Studi dimostrano infatti che la masticazione riduce i pensieri musicali indesiderati, interessando la memoria a breve termine, come fa una parola a caso che viene ripetuta più volte.
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