“Il “greenwashing” lava anche l’agroecologia. L’esperienza definita Ortogentile (di nome e di fatto) rischia di essere immolata sull’altare di un malinteso processo di rinaturalizzazione dell’area adiacente il canale Valenzano”. La denuncia è delle associazioni che gestiscono Ortogentile, in seguito all’analisi delle tavole di progetto esecutivo per “Costa sud” recentemente presentate, relative al “lotto 4 – parco Valenzano”.
“Quando a luglio scorso furono presentati i dettagli del Lotto-4 che prevede la realizzazione un parco pubblico con nuove alberature, percorsi ciclopedonali, area giochi, scattò l’allarme tra le realtà che da sette anni ne curano il valore agroecologico, ambientale, sociale, didattico, culturale e relazionale – si legge in una nota – A questo punto fu avviata una interlocuzione con l’Amministrazione che portò ad un incontro ad Ottobre in sala Giunta dove, alle criticità esposte e documentate, furono date risposte “abbastanza” rassicuranti, avallate anche da quanto emerso in conferenza di servizi circa altre criticità che rendevano necessaria una revisione per definire gli esecutivi da cantierizzare. La palla passava quindi nelle mani dei progettisti che, nonostante i tempi stretti dettati dalle regole del PNRR, proposero all’Amministrazione tre alternative di aggiustamento: 900, 1000 e 6.500 mq per Ortogentile. In un nuovo incontro il 4 novembre, questa volta nella sede della Ripartizione Urbanistica, fu garantito ai presenti che tra le proposte l’Amministrazione aveva dato indicazione esplicita ai progettisti di lavorare su quella maggiormente conservativa, preservando 6.500 mq per le attività di Ortogentile, due terzi dell’attuale ettaro. Non proprio soddisfatti ma almeno in parte rassicurati, alla luce della situazione i rappresentanti presenti optarono per “meglio feriti che morti” e chiesero copia degli schemi visionati da condividere con tutta la comunità. Questi però non sono mai pervenuti e al loro posto, solo il 21 novembre con mail ad uno dei soci, veniva inviata la planimetria definitiva di quanto deve essere ora realizzato e così si è scoperto l’inganno”.
“Da quanto si può vedere quello che oggi sono 10.000 mq di agroecologia urbana, vissuti da attività sociali, agricole e orticole diventerà un parco-giardino nel quale ad Ortogentile vengono concesse solo tre “belle aiuole” instagrammabili. Questa scelta, per chi su qui solchi investe energie e risorse, è scellerata – continuano le associazioni – Una opzione che, promuovendo una turisticizzazione ad oltranza, va contro ogni pur minima logica agricola, ambientale, sociale, di sostenibilità. Sminuzzando gli spazi si rende impossibile ogni attività agricola, se ne inficiano le caratteristiche di gestibilità, si negano spazi di socializzazione, si esclude qualsiasi possibilità di rivalutazione del territorio”.
Quindi al posto dell’attuale ettaro vengono assegnati tre spazi, slegati tra loro, senza via di accesso o comunicazione, uno dei quali in area oltre il perimetro attuale che rende impossibile ogni gestione, oltreché a ridosso di aree di passaggio e sosta libera. Sparirebbero filari interi di alberature da frutto pluridecennali esistenti, patrimonio vegetale tipico di questi orti baresi.
“Si vuole estirpare per poi ripiantare, vanificando decenni di crescita – continua la nota – Non c’è più traccia della vasca “pilone” di raccolta acqua annessa al pozzo, storico rimando a tecniche agricole radicate e connotanti il luogo. Non sono previste vie di accesso necessarie per qualsiasi mezzo utile alle pratiche agroecologiche. Forse si pensa che un trattore o un furgone possa arrivare in elicottero. Alla cascina esistente non è riservato nessuna area di pertinenza, necessaria alla normale logistica oltre che alle molte attività sociali, didattiche e di incontro attualmente praticate. Gli attrezzi agricoli, si sa, finito il lavoro si ripiegano e si portano in tasca a casa. Una improbabile torretta per birdwathcing è sistemata a ridosso della cascina rendendo così impossibile tanto la mobilità intorno ad essa quanto ogni possibile avvistamento di animali selvatici, che in una situazione tanto esposta ad esseri umani non sarebbe mai proponibile. Si sa, al Parco Costa Sud a fratini, volpi e rospi smeraldini piace ballare e bere birra. Altra “vittima” di questo restyling è il muretto a secco esistente che, come prevedono protocolli regionali e nazionali, è bene intangibile da preservare, tutelare, laddove possibile recuperare e ripristinare correttamente: mentre qui soccombe”.
E’ stata indetta una assemblea pubblica domenica 26 novembre alle 18,00 presso Bread&Roses spazio di mutuo soccorso, a Bari in via Amendola 189/a. Della questione è già stato interessato l’assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Galasso che promette di trovare una soluzione condivisa.