“No alla chiusura dell’hotel Campus”. A lanciare l’allarme è la Fisascat Cisl Naro che ha proclamato lo stato di agitazione del personale dell’hotel in via Celso Ulpiani. “L’ inspiegabile decisione è dell’Università degli Studi di Bari – denuncia Michelangelo Ferrigni, segretario Fisascat Cisl – l’Ateneo ha deciso di dismettere l’immobile da ogni sua funzione, nonché di evitare qualsiasi confronto con l’organo sindacale , senza una chiara motivazione. L’Uniba ha decretato l’uscita definitiva dell’attuale gestore, “senza un se e senza un ma” , per finita locazione al 31 dicembre 2023, escludendo a priori una proroga della locazione o una nuova definizione contrattuale, seguendo pedissequamente l’orientamento emerso nella seduta del Consiglio di Amministrazione del 29.06.2023, durante la quale la decisione di dismissione dell’immobile veniva valutata la via più semplice per una copertura dei costi non garantita dal canone di locazione. Ma perché – continua Ferrigni – tali importi non possono essere rivisti a prezzi di mercato? Tale decisione, ovviamente, non solo determinerà il licenziamento tout court di 7 lavoratrici e lavoratori ma giocoforza, non avendo previsto la prosecuzione contrattuale con altro gestore, o forse ( SIC ! ) la chiusura definitiva dell’Hotel Campus”.
“Tale situazione – continua – se dovesse essere confermata sarebbe inaccettabile non solo dal punto di vista sociale, per la procurata cessazione dei rapporti di lavoro, ma inspiegabile da un punto di vista economico, in quanto l’attività alberghiera, turistico-ricettiva e di ristorazione connessa registra numeri positivi per chiunque voglia e possa proseguire nell’attività.
Non meno grave sarebbe il disagio provocato a tutta la popolazione universitaria (studenti, professori fuori sede, congressisti, ricercatori fuori sede) che usufruisce dei servizi offerti dalla struttura: dalle classiche stanze d’albergo al residence, alla ristorazione e alla caffetteria.
La struttura, molto competitiva sul mercato, è aperta anche al pubblico e in questi anni non poche famiglie di studenti o ricercatori fuori sede o professori universitari o soprattutto gli studenti quotidianamente, hanno potuto avvalersi di tale strumento compartecipativo appieno del diritto allo studio, che in un Paese civile, passa anche attraverso una politica di sostegno alle spese accessorie all’esercizio del diritto allo studio”.
La CISL chiede quindi un incontro urgente (entro la fine del mese di novembre 2023) con il rettore, al fine di ricevere le dovute informazioni circa lo sgombero dell’immobile nonchè le sorti dei 7 lavoratori. Il 28 novembre dalle ore 09.30 alle ore 12.30 dinnanzi l’ingresso dell’ Ateneo ci sarà un sit in di protesta.