Sono in totale due le condanne, sei i rinvii a giudizio e cinque le assoluzioni, con un patteggiamento, per le presunte truffe da oltre 22 milioni di euro ai danni della Regione Puglia in relazione ai compensi legali pagati dall’ente negli anni dal 2006 al 2019, per migliaia di contenziosi sugli indennizzi agricoli. Lo ha deciso il gup di Bari, Alfredo Ferraro, che in data odierna ha definito le posizioni di chi aveva optato per il rito abbreviato rinviando a giudizio sei imputati per i quali è stato respinto il patteggiamento.
Sono 21 in totale le persone coinvolte nell’inchiesta Leguleio, della guadia di finanza, accusate a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione in atti giudiziari e truffa ai danni dello Stato e della Regione Puglia. Tra le accuse anche autenticazione di firme false, firme false di persone decedute, riciclaggio e autoriciclaggio. Il dibattito è ancora in corso per chi aveva scelto il rito ordinario sin dal principio. Più nel dettaglio, secondo l’accusa, gli avvocati coinvolti avrebbero intentato cause contro la Regione per conto di agricoltori e allevatori destinatari di contributi, ma con mandati falsi o rilasciati in maniera illegittima. Inoltre, per impedire alla Regione Puglia “un’efficace difesa in giudizio”, avrebbero intentato anche “azioni legali nei confronti dell’Ente in varie parti d’Italia”, per recuperare le spese legali. Alcune delle cause erano intentate anche per persone decedute.
L’inchiesta è scaturita da una denuncia presentata nel 2018 dal governatore Michele Emiliano. A giudizio sono finiti l’avvocato barese Michele Primavera, principale imputato, i colleghi Oronzo Panebianco, Assunta Iorio e Francesca Fiore, il marito di quest’ultima Luca Pedroncelli e la dipendente del Tribunale di Bari Giuliana Tarantini. Il dibattimento per questi ultimi si aprirà il 17 gennaio del 2024. Oronzo Pedico, ex presidente di Asso-Consum di Barletta, è stato condannato a tre anni di reclusione per associazione a delinquere oltre a falso in atto pubblico, reato per il quale, Ferdinando Potenza, è stato invece condannato a un anno e quattro mesi. Per entrambi è previsto anche un risarcimento nei confronti della Regione Puglia, costituitasi parte civile. Nell’ambito del processo, sono stati assolti per non aver commesso il fatto Antonietta Murgolo, Anna Latrofa, Francesca Pascazio, Alberto Primavera e Alessandro Calia. Per quanto riguarda invece Anna De Ruvo, moglie dell’avvocato Michele Primavera, è stato accolto il patteggiamento.
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