“Chiedo umilmente scusa del mio comportamento, dettato dall’esasperazione e dallo stato emotivo dovuto a quanto accaduto. Chiedo scusa a tutti, ai giudici, ai colleghi e al personale sanitario. Sto seguendo un percorso dallo psichiatra e ho chiesto la pensione”. Sono le parole di Giacomo Delia, uno degli agenti a processo, ascoltato oggi in tribunale, con l’accusa di tortura nei confronti di un detenuto di 41 anni che, in seguito a quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato picchiato dopo aver appiccato un fuoco nella sua cella del carcere di Bari il 27 aprile del 2022.
“Mi riconosco nel video e chiedo scusa del mio comportamento” – ha proseguito Delia che ha scelto di non sottoporsi all’esame della procura, come alcuni coimputati. Altri invece hanno deciso di rispondere alle domande di inquirenti e avvocati. Undici in totale gli imputati in questo processo, cinque dei quali sono accusati di tortura. Agli altri imputati invece la procura contesta di non aver fermato e denunciato le violenze. Condanna a tre anni e sei mesi in abbreviato per il sovrintendente della polizia penitenziaria, Domenico Coppi.
Nel corso dell’udienza è stato mostrato nuovamente il video del pestaggio ai danni del detenuto. “Se avessi visto quanto stava succedendo – ha dichiarato l’assistente capo coordinatore Francesco Ventafridda, accusato tra gli altri di tortura – avrei denunciato i miei colleghi. C’era confusione, c’era fumo, avevo gli occhiali appannati e sporchi di fuliggine, ero preoccupato per aver lasciato scoperta la sezione di alta sicurezza. In passato mi è capitato di denunciare colleghi che si erano comportati male”. Ventafridda, ha evidenziato la procura, avrebbe assistito “a tutta la fase dell’aggressione e, pur non partecipandovi, non impediva la condotta attiva dei colleghi”.
“Non sapevo come comportarmi, era una situazione assolutamente anormale – ha dichiarato l’assistente capo Giovanni Spinelli – il detenuto era fradicio e sporco di fuliggine, ci minacciava, urlava contro di noi. E nel carcere c’era una situazione di caos totale”. Spinelli, secondo l’accusa, avrebbe colpito il detenuto ferendolo con un calcio alla schiena mentre quest’ultimo si trovava a terra, così come si evince dalle immagini trasmesse. “Non gli ho tirato quel calcio per fargli male, è scappato – ha sottolineato – ho avuto una reazione mista tra nervosismo e tensione, mi sono sentito provocato. Quella notte abbiamo messo in sicurezza 140 persone e messo a repentaglio la nostra incolumità. Vivere una situazione del genere è indescrivibile, tuttora ho fatica a dormire prima delle udienze perché rivivo quella notte” – ha concluso.
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