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Galigani sul Bari “Manca personalità. Decaro è il garante dei tifosi”

L'esperto direttore sportivo si è soffermato sulle difficoltà della squadra biancorossa e sulla gestione societaria dei De Laurentiis

Pubblicato da: Nicola Lucarelli | Mer, 15 Novembre 2023 - 18:01

Tornano gli impegni delle nazionali e anche il campionato di serie B si ferma. Dopo il rocambolesco pareggio ottenuto contro la Feralpisalò, il Bari tornerà in campo sabato 25 novembre per affrontare il temibile Venezia. La lunga pausa permetterà al tecnico Marino di affinare l’intesa con la propria squadra e recuperare gli elementi non ancora al “top” della condizione.

Ma la sosta ci permette anche di fare un ‘focus’ su quanto fatto sino ad ora dai galletti. Per analizzare il mondo Bari a 360° ci siamo rivolti ad un vero e proprio “uomo di calcio” come Vittorio Galigani, storico direttore sportivo, tra le altre, di Milan, Taranto, Pescara, Trapani, Foggia e Potenza.Galigani si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com.

Una vita nel calcio, ma il calcio è ancora la sua vita a quasi 80 anni?

“Se sono ancora sui campi di calcio, vuol dire che il calcio è ancora la mia vita. Anzi, ora lavoro più di prima: esco di casa alle 8 e torno la sera, con pochissimi spazi vuoti. Attualmente lavoro come consulente personale del presidente del Taranto”.

Quasi mezzo secolo di calcio come direttore sportivo in diverse piazze. Quale la più grande soddisfazione e la più dolorosa amarezza?

“Tante le soddisfazioni: penso alle esperienze al Milan, al Pescara o al Verona. Ho scoperto e valorizzato tanti calciatori come Fabio Grosso, Ravanelli, Mazinho, Maiellaro e tanti altri. Circa Maiellaro, i tifosi tarantini mi rimproverano ancora d’averlo ceduto al Bari. Per quanto concerne le amarezze, sicuramente il mio mancato passaggio alla Fiorentina di Mario Cecchi Gori”.

È mai stato vicino al Bari? Da “uomo di calcio rossoblù” avrebbe lavorato per la società biancorossa?

“A Bari vorrebbero venire tutti. Un giorno, l’ex presidente del Bari Vincenzo Matarrese mi disse: “Mi piace come lavora, la seguo”. Ma alla fine non c’è stato mai nulla di concreto:  in quel periodo, il Bari aveva un ottimo direttore sportivo come il compianto Franco Janich”.

A proposito di società biancorossa, la luna di miele tra Bari e i De Laurentiis pare sia giunta al termine…

“Penso che in una piazza come Bari, con una curva che poche squadre possono vantare in Italia, basta che la squadra sia nelle prime posizioni per portare trentamila spettatori al ‘San Nicola’. Di conseguenza, la città di Bari si aspetta d’arrivare quanto prima in serie A. Nel momento in cui la squadra disputa un campionato anonimo, i tifosi non vedono di buon occhio questa situazione e cresce il malumore. Ma il campionato è lungo e può succedere ancora di tutto”.

La famiglia De Laurentiis,  dopo una stagione ‘quasi’ perfetta sia a Napoli che a Bari, stanno vivendo un’annata particolarmente complicata sia alle pendici del Vesuvio che in riva all’Adriatico…

“Dopo annate positive, quest’anno tutto volge verso una stagione grigia sia a Napoli che a Bari. Di sicuro, in questo momento, la famiglia De Laurentiis non è in auge in nessuna delle due piazze”.

Soffermandoci sul Bari, come si spiega la classifica deficitaria?

“Me lo spiego con qualche errore o incertezza di troppo. Lo stesso Mignani, anche lo scorso anno, nonostante l’ottimo campionato, non ha raccolto la stima di tutti i tifosi biancorossi. Poi quel maledetto gol di Pavoletti ha inevitabilmente lasciato strascichi”.

Bari che ha cambiato guida tecnica: via Mignani per Marino. Che ne pensa?

“A Napoli è arrivato Mazzarri e credo che in pochi avrebbero potuto immaginare un suo ritorno. Cosa voglio dire con questo? Che Aurelio De Laurentiis si è rassegnato ad un campionato mediocre. Mazzarri come Marino non allenava da parecchio tempo. L’attuale allenatore del Bari ha fatto bene in passato, ma ultimamente non ha combinato molto. Ci sono allenatori bravi come Beppe Iachini che, invece, sono a casa”.

Anche per il ds Ciro Polito sono tempi duri. Osannato per due anni per l’ottimo lavoro svolto, quest’anno le cose stanno andando diversamente: molti calciatori presi non stanno rendendo secondo le aspettative…

“Ciro Polito non ha bisogno dei miei consigli. Negli ultimi anni ha dimostrato il suo valore. Nel nostro lavoro capita di sbagliare qualche scelta: magari sei convinto d’aver preso un calciatore che possa farti fare il salto di qualità, poi  lo stesso non si ambienta. Non tutti i calciatori sono uguali: c’è chi non si fa problemi a giocare davanti a trentamila persone e chi, invece, si fa condizionare anche da pochi fischi. Probabilmente Polito non ha sbagliato la scelta dei calciatori dal punto di vista tecnico, bensì da quello della personalità”.

Nonostante la proprietà solida, il Bari è solo al nono posto nella speciale classifica del monte ingaggi. Cosa vuol dire?

“Anche il Napoli lo scorso anno ha vinto il campionato con un monte ingaggi e un budget inferiore a tante altre squadre. Stesso discorso per il Bari ad un passo dalla serie A. Hanno sempre tutti lodato De Laurentiis per la capacità di prendere calciatori, valorizzarli e fare utili. Purtroppo non può andare sempre bene e può capitare di sbagliare”.

Dal punto di vista tecnico tattico, cosa pensa della squadra allenata da Marino? Squadra che ha perso solo una volta, ma che ha pareggiato tanto e si affida spesso alle individualità…

“Risposta semplice e diretta: basta vedere la differenza reti. Il Parma ha una differenza reti di +15, il Bari di +2. La spiegazione è tutta in queste cifre”.

Quale futuro immagina per il Bari? Secondo lei i De Laurentiis porteranno i galletti in serie A per poi cedere il club o vivacchieranno in serie B sino al 2028/2029?

“Bari ha una grande fortuna, quella d’avere un grande sindaco come Antonio Decaro. Oltre ad essere un tifoso del Bari è anche un garante. È sempre molto vicino alla squadra e alla società”.

 

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