Sopprimere la norma sulle pensioni dei medici, investire sui professionisti e rendere attrattivo il Servizio Sanitario Nazionale per il personale. A chiederlo, la Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, in audizione questa mattina sulla manovra, alle Commissioni Congiunte Bilancio. “Questa Federazione si aspetta la soppressione della norma, prevista dalla manovra – ha affermato il segretario della Fnomceo, Roberto Monaco – che incide sul rendimento della quota retributiva della Cassa pensione sanitari, e che contrasta con il dovuto riconoscimento ai medici che hanno profuso il loro impegno senza risparmio”. Pur riconoscendo che “i fondi stanziati per il rinnovo dei contratti di lavoro del personale sanitario sono un primo passo per invertire una tendenza che aveva visto sinora allocare gli investimenti in sanità, attraverso il Pnrr, prevalentemente sulle strutture e sulle infrastrutture del Servizio sanitario nazionale”, la Fnomceo tuttavia sottolinea che i 2,4 miliardi previsti per il personale sono “destinati a finanziare l’intero comparto sanità.
Il che rende lo stanziamento per i medici e dirigenti sanitari di poco superiore a quello del contratto appena concluso e molto al di sotto (10%) del tasso inflattivo”. Una disposizione che riguarderebbe 50mila medici, causando un taglio sino a un quarto dell’assegno pensionistico. E che potrebbe avere ripercussioni pesanti sul Servizio sanitario nazionale, per l’abbandono in massa e inaspettato di circa 6.000 medici ospedalieri. Il maxiemendamento potrebbe essere tuttavia “l’occasione giusta per rilanciare il Ssn”, così come richiesto, secondo un recente sondaggio condotto dall’Istituto Piepoli, dal 90% dei cittadini. “In conclusione – ha detto l’esponente Fnomceo – chiediamo un impegno per trovare ulteriori risorse finanziarie, garantire una sostenibilità economica effettiva ai livelli essenziali di assistenza e ridurre le differenze territoriali, attraverso il finanziamento congruo del Fondo sanitario nazionale, nel rispetto dei principi dell’articolo 32 della Costituzione”.