Il Castello Svevo di Bari è una imponente fortezza risalente al XII secolo e oggi adibita a sede museale. Ubicato ai margini del centro storico, nei pressi dell’area portuale e della Cattedrale, con la sua mole rappresenta uno dei più importanti e noti monumenti della città. E’ uno dei simboli di Bari e anche molto apprezzato dai turisti che non risparmiamo i complimenti per descriverlo. “Ben tenuto” e “curato” sono solo alcuni degli aggettivi che i visitatori hanno infatti utilizzato nelle loro recensioni. Non mancano comunque i turisti che hanno avuto qualcosa da ridire sulla loro esperienza al castello.
Così Francesco Lucchetta solo qualche giorno fa su Google parla del Castello così: “Non bastasse la voglia di conoscere il monumento, assolutamente pregevole e magnificamente conservato, a motivare il visitatore c’è una presentazione interattiva semplicemente magnifica. Essa – spiega – ripercorre l’evoluzione del castello spiegandola e connettendola con la storia della Puglia e dell’Italia intera. Di particolare interesse i bastioni e il versante che un tempo dava direttamente sul mare, dove si vedono e si riconoscono tutti gli stili che di volta in volta hanno influenzato i lavori”.
Una turista straniera invita poi tutti a visitarlo: “Non esitate a farlo se passate da Bari. Di gran lunga – spiega – la visita che abbiamo apprezzato di più in città”. “Il castello nel meraviglioso centro storico è in ottime condizioni – racconta anche Erika Fekete – Anche l’ambiente è molto curato”.
Per Alessandra Serini: “La struttura del castello è mantenuta in maniera eccellente. A supportare la visita ci sono, in alcuni angoli, proiezioni di diapositive che raccontano il passato (in italiano ed in inglese) che aiutano il visitatore a sentirsi immerso nella storia. Il risultato – racconta – è emozionante”.
Ma per Karina Aleksanyan invece al Castello: “Non c’è niente da vedere. La metà delle sale sono vuote. Il personale è scortesissimo. Il primo museo italiano che non mi è piaciuto per niente”. E conclude: “Pagare 8 euro per la scortesia e le sale vuote è un po’ strano”.
“Il museo era praticamente vuoto – fa eco Keren Wang – Pochi oggetti presenti non avevano alcuna descrizione. Anche alcuni manifesti informativi erano esclusivamente in italiano. L’unica attrazione in questo senso è il documentario video animato. Abbastanza deludente – dice- se si volesse saperne di più sull’architettura e sugli oggetti trovati”.