La Procura di Bari ha chiesto cinque condanne dai due anni e sei mesi ai due anni e due mesi di reclusione per altrettanti imputati accusati di aver truffato una 82enne di Monopoli (Bari). I cinque sono accusati di aver fatto firmare all’anziana con l’inganno una procura speciale a vendere due immobili di sua proprietà lasciandole però credere di aver sottoscritto il testamento in favore della figlia.
La donna, quindi, avrebbe inconsapevolmente autorizzato la vendita di due case, in contrada Lamalunga, a due donne di Bitonto (Bari) ritenute complici nella truffa. Grazie alla documentazione falsa sulle rispettive (e fittizie) posizioni lavorative, le due donne avrebbero ottenuto un mutuo in banca da oltre 200mila euro. Il denaro, accreditato su un conto corrente solo formalmente intestato all’anziana, sarebbe stato poi sottratto dalla mediatrice creditizia con assegni e vaglia postali fatti firmare all’anziana. I fatti risalgono al 2019.
La condanna a due anni e sei mesi è stata chiesta nei confronti dei presunti istigatori del raggiro, la mediatrice creditizia Rosa Stama, di 52 anni, (che, approfittando delle condizioni psichiche della vittima e abusando del rapporto instaurato con la donna, l’avrebbe indotta a sottoscrivere la “procura speciale”) e Massimo Papanice, di 48. La stessa pena è stata chiesta nei confronti di Rosita Marinelli e Loredana Vessio, di 45, acquirenti degli immobili. Due anni e due mesi sono stati chiesti per Luigi Ladisa, di 47, che avrebbe ricevuto la procura speciale per vendere. Pena di tre mesi per Oronzo Loperfido, di 63, e Stefano Papanice, di 51, accusati di aver reso dichiarazioni reticenti all’autorità giudiziaria per aiutare gli indagati. I reati contestati a vario titolo sono di circonvenzione di incapace, falsità ideologica di privato in atto pubblico, truffa e violazione della normativa antiriciclaggio. La sentenza è attesa per il 13 novembre.