Dalle prime luci dell’alba, i finanzieri del Comando Provinciale di Bari – con il supporto di personale del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza e del locale Reparto Operativo Aeronavale – stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale barese su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, applicativa di misure cautelari personali in carcere nei confronti di 15 soggetti residenti nelle province di Bari, BAT e Brindisi, nonché a un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore di oltre 1 milione di euro.
Le persone attinte dai provvedimenti restrittivi (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) sono indagate, a vario titolo, per i reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, produzione, traffico e detenzione illeciti delle predette sostanze, riciclaggio e detenzione illegale di armi.
L’odierna operazione costituisce l’epilogo di un’articolata attività di indagine coordinata dalla locale Procura ed eseguita dal G.I.C.O. del Nucleo PEF Bari – con l’ausilio del Gruppo Mezzi Tecnici del Servizio Centrale I.C.O. della Guardia di Finanza – che ha consentito di disvelare l’esistenza di un’associazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti (marijuana, hashish e cocaina), con sede operativa ad Andria (BT) e propaggini nel brindisino, e canali di approvvigionamento in Calabria e in Spagna.
Le investigazioni traggono origine dal sequestro, nei confronti di uno degli odierni indagati, operato dalle Autorità francesi nel quadro di scambi informativi tempestivamente avviati con la polizia giudiziaria operante, di 75 chilogrammi di cocaina, destinati in Italia, e di 865 mila euro in contanti, con il conseguente arresto in flagranza del predetto soggetto.
Successivamente, sono stati eseguiti i pertinenti approfondimenti investigativi mediante il ricorso non solo ad attività di polizia giudiziaria “tradizionali” (intercettazioni telefoniche e ambientali, analisi dei tabulati telefonici, registrazioni video, georeferenziazioni satellitari GPS, servizi di osservazione, controllo e pedinamento) ma anche alla disamina del contenuto dei messaggi scambiati sulla piattaforma criptata “Sky Ecc”.
Numerosi i riscontri operativi effettuati durante le indagini – eseguiti dal Nucleo PEF di Bari e da altri Reparti della Guardia di Finanza opportunamente attivati – che hanno permesso di sottoporre a sequestro rilevanti quantitativi di cocaina, hashish e di marijuana, nonché di procedere all’arresto in flagranza di vari soggetti.
Pertanto – secondo l’impostazione accusatoria accolta dal G.I.P. del Tribunale di Bari (allo stato, fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) – gli accertamenti svolti avrebbero consentito di dimostrare come il gruppo investigato, facente capo a soggetti operanti nel contesto criminale andriese, fosse connotato da un’elevata capacità organizzativa e dotato di una rilevante disponibilità di mezzi finanziari e strumentali, disponendo di una “cassa comune” e di una “contabilità condivisa”, come emergerebbe dalle conversazioni captate.
In particolare, l’associazione avrebbe operato nel panorama del traffico internazionale di sostanze stupefacenti anche avvalendosi di un indagato, dimorante nel sud della Spagna, dedito all’esportazione di cospicui quantitativi di sostanze stupefacenti destinati a rifornire i mercati pugliesi. Il sodalizio, inoltre, avrebbe avuto delle ramificazioni nella provincia di Brindisi, dove un pregiudicato si sarebbe occupato in loco della ricerca di canali di smercio della droga.
L’organizzazione criminale, per occultare la presenza delle sostanze stupefacenti, avrebbe utilizzato automezzi dotati di “doppi fondi”, ricorrendo, inoltre, per rendere più difficoltosa l’individuazione dei traffici illeciti, alle seguenti espressioni gergali: la cocaina (“la bianca”) veniva definita “grezza”, se non lavorata, o “a scaglia” se aveva subito il primo taglio; “la verde” e “la verdura” indicavano la marijuana; “il sistema” alludeva alle modalità di allestimento delle autovetture; “il punto” o il “punto e mezzo” definivano i margini di guadagno per i sodali.
Significativa, altresì, sarebbe stata la propensione alla violenza e all’uso di armi da sparo, quali strumenti di risoluzione dei conflitti eventualmente insorti in occasione dell’approvvigionamento di droga, come rilevabile dalle condotte di due indagati.
Gli esiti dell’attività d’indagine costituiscono un’ulteriore testimonianza del costante presidio di prevenzione e repressione dei traffici illeciti esercitato dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari – in stretta sinergia con la locale Procura della Repubblica – a contrasto del traffico di sostanze stupefacenti, che rappresenta fonte di rilevanti guadagni per le organizzazioni criminali da reimmettere nel circuito economico, alterandone il funzionamento a danno delle imprese che operano nella legalità.