Il crollo delle nascite delle attività commerciali è allarmante. Il report dell’Osservatorio di Confesercenti (dati Camera di commercio) evidenzia che in Puglia, il calo è pari al 46 per cento. Le tipologie commerciali maggiormente a rischio sono: articoli da regalo e per fumatori, i gestori di carburanti, edicole e punti vendita di giornali, riviste e periodici, negozi di abbigliamento e calzature. Le nascite riguardano l’e-commerce che rispetto a 10 anni fa è aumentato del 188 per cento.
“Perdono pezzi – spiega Benny Campobasso, presidente nazionale Confesercenti Fismo e Confesercenti Puglia – anche gli intermediari del commercio e si stima che quest’anno complessivamente le nuove iscrizioni saranno poco più di 9mila, quasi la metà rispetto al 2013. Se la tendenza rimanesse questa, nel 2025 non ci sarebbero nuove iscrizioni ed il commercio non avrebbe futuro senza la linfa vitale del ricambio. Molti imprenditori – aggiunge – per arginare le perdite hanno riconvertito la loro attività in ristorazione, ma il dato allarmante è che in Italia, si fa sempre meno impresa, e chi soffre di più è sicuramente il commercio al dettaglio, nel 2030 potrebbero esserci solo 11mila nuove imprese, un quarto di quante ne hanno aperte dieci anni fa”.
Il crollo delle nascite di nuove imprese sta accelerando il processo di desertificazione commerciale delle Città privando i cittadini di servizi e i territori di ricchezza e lavoro. “Occorre adottare provvedimenti per rigenerare il tessuto commerciale – sottolinea Campobasso – senza il quale assisteremmo ad un drammatico impoverimento dell’economia che ha fatto conoscere al mondo intero il made in Italy. Aprire una nuova attività di commercio di vicinato, in un mercato dominato dai giganti dell’online, è sempre più difficile: i neoimprenditori, semplicemente, rinunciano, come evidente dal calo delle nuove aperture, inferiore addirittura all’anno della pandemia. Serve quindi un pacchetto di misure ad hoc per sostenere i piccoli esercizi commerciali: noi di Fismo Confesercenti proponiamo da tempo la decontribuzione per i giovani che avviano una nuova attività commerciale ed un regime fiscale di vantaggio per gli esercizi sotto i 400mila euro di fatturato l’anno, magari da legare ad obblighi di formazione. Ma bisognerebbe operare con più incisività anche sul versante della rigenerazione urbana delle piccole e grandi Città, e delle periferie per contrastare desertificazione e degrado. Rimangono fondamentali gli aiuti alle famiglie in questo momento di difficoltà. Solo una situazione di maggiore benessere e sicurezza può aiutare e sostenere i consumi”.