“Ieri eroi, oggi trasgressori”. Inizia così il racconto di uno dei medici intensivisti che negli scorsi giorni si è visto recapitare una sanzione dal locale Ispettorato del Lavoro di 27mila euro per “aver lavorato troppo” insieme all’equipe, durante il periodo del Covid. Si tratta, in particolare, di Vito Procacci, direttore dell’Unità Operativa di Pronto Soccorso e Medicina di Emergenza Urgenza dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico di Bari, che nelle scorse ore ha inviato una lettera aperta, condivisa poi sui social, al presidente della Repubblica per manifestare il proprio sgomento in quanto, evidenzia “considero questo accanimento un insulto nei confronti di tutti il personale sanitario italiano e soprattutto una burla nei confronti di tutti i cittadini che hanno provato la sofferenza e il lutto a causa della pandemia”
“Sono il dott. Vito Procacci, direttore una delle più grandi e avanzate strutture di emergenza del nostro paese, che durante il periodo Covid è arrivata a salvare la vita a circa 8600 pazienti, di cui 1600 ventilati meccanicamente – si legge nella lettera – le scrivo perché oggi, dopo tutto l’impegno profuso da me e dalla mia meravigliosa equipe nel contribuire orgogliosamente a rendere un essenziale servizio ai cittadini, in nome del giuramento di Ippocrate e dell’Articolo 32 della Costituzione, le affido tutta l’amarezza, la delusione e lo sgomento per il trattamento ricevuto da uno Stato che amo ma nel quale ad oggi faccio fatica a riconoscermi. Nei giorni scorsi io e i miei colleghi, Direttori di reparti intensivistici, impegnati nel periodo Covid, siamo rimasti allibiti nell’aver ricevuto dal locale Ispettorato del Lavoro una pesante e paradossale sanzione amministrativa, che nel mio caso è pari a 27.100 euro. Tutto ciò, per aver adempiuto al nostro dovere ineluttabile di Operatori Sanitari durante il periodo tragico dell’emergenza Covid. Il verbale ci imputa di non aver rispettato all’epoca i riposi prescritti e aver lavorato più delle ore previste (tra l’altro calcolo tecnicamente infondato). Naturalmente io e i miei colleghi abbiamo fatto opposizione ma non posso negare che mi sento profondamente ferito da un Paese che fino a poco tempo fa ci definiva eroi, insignendoci, tra l’altro, di un premio per “aver fatto respirare la Gente di Puglia” e oggi ci chiama trasgressori in un burocratico quanto asettico verbale di sanzione amministrativa che ci rinfaccia di aver portato avanti la nostra missione di medici, infermieri e OSS nonostante le grandi difficoltà, note a tutti, di garantire la salute dei cittadini per conto delle Istituzioni anche a costo della propria vita” – ha evidenziato ancora.
“Concludo – prosegue infine – togliendomi il camice per un attimo e parlandole da cittadino, uomo e padre che non riesce tutt’oggi a dimenticare le immagini di quella immane tragedia. Faccio fatica a credere che la mia gente si riconosca in questo provvedimento che non considero solo una mera sanzione, ma anche un insulto a tutto il personale sanitario italiano e a tutti coloro che ancora oggi piangono la perdita dei propri cari. Io sono fiero di definirmi un difensore dei principi fondamentali della nostra meravigliosa costituzione, pertanto mi affido alla sua persona per denunciare accadimenti che offendono, oltre che la logica comune, soprattutto la dignità stessa della Nazione italiana” – conclude.
Nel frattempo, il Policlinico di Bari, che vede i propri medici strettamente coinvolti, ha deciso di impugnare il verbale evidenziando che “queste considerazioni, secondo l’ufficio legale del Policlinico, sono meritevoli di essere meglio esaminate nella successiva fase di impugnativa dell’accertamento”. Immediata la vicinanza ai medici da parte delle istituzioni, ma anche di altri medici. “La triste notizia delle sanzioni comminate ai primari del Policlinico di Bari per avere sopportato turni massacranti durante la pandemia Covid mi ha lasciato non poco stupito, come medico e come politico – ha commentato il senatore Ignazio Zullo, capogruppo FdI in Senato della commissione Sanità – ma, fermo restando il rispetto per gli ispettori del lavoro, chiamati a far rispettare le leggi senza possibilità di valutazioni discrezionali, spetta ora al buon senso delle autorità chiamate a valutare i ricorsi che i colleghi medici proporranno appellandosi allo stato di necessità in nome della prestanza del soccorso e dell’assistenza sanitaria in un periodo difficile della nostra vita durante la pandemia Covid. I colleghi medici mantengano fiducia nello Stato che confida sui suoi tanti servitori, dai medici e operatori sanitari, compresi gli ispettori del lavoro, per finire alle autorità competenti nella valutazione dei ricorsi. È proprio questa la bellezza della nostra Italia, nei diversi gradi di giudizio e di valutazione secondo competenze e compiti stratificati. Sono altresì convinto che anche il presidente Mattarella non farà mancare una parola di conforto per una delusione che spero si trasformi in motivazioni sempre più forti nell’essere accanto alla sofferenza” – conclude.
“Un affettuoso abbraccio al collega Vito Procacci multato dall’Ispettorato del Lavoro per 27 mila euro per avere lavorato più del dovuto durante l’emergenza COVID – ha scritto invece Danny Sivo, ex direttore sanitario della Asl Bari – non è un paradosso ma la normale condizione italiana: colpire gli esempi positivi, i benchmark e tutti coloro i quali con il loro esempio mettono in evidenza la mediocrità è sempre stato tipico di questo paese. Sono stati i partigiani, del resto, a subire i processi nel dopoguerra mica quelli che sono stati a casa nascosti fino alla fine della guerra” – ha concluso.
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