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“No alle pensioni sotto la soglia della povertà”: petizione a Bari

La Confil presenterà una petizione a Governo e Parlamento per istituire nella prossima legge di bilancio la pensione di garanzia

Pubblicato da: redazione | Gio, 19 Ottobre 2023 - 11:52
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La Confil, Confederazione Italiana Lavoratori, presenterà una petizione a Governo e Parlamento per istituire nella prossima legge di bilancio la pensione di garanzia.  L’iniziativa sarà illustrata ai parlamentari pugliesi nel corso di un incontro che si terrà sabato prossimo 21 ottobre a Bari alle ore 10.30 presso la sala del consiglio della Città Metropolitana (Lungomare Nazario Sauro n. 29).

 La manifestazione sarà aperta dal saluto del sindaco Decaro e vedrà la partecipazione dei deputati Sasso e Bellomo della Lega, Lacarra e Pagano del Pd e De Palma di Forza Italia.  A spiegare nel dettaglio la proposta con la copertura finanziaria il segretario generale Confil Luigi Minoia ed il coordinatore del comitato scientifico Patronato Inac Antonio Barile. “Non possiamo accettare che l’attuale sistema previdenziale, tutto contributivo, dia una prospettiva pensionistica molto al di sotto della soglia di povertà soprattutto ai giovani, con carriere lavorative discontinue o con contribuzioni basse dovute a lavoro povero – si legge nel testo della petizione –  Già oggi l’Inps sta liquidando le pensioni di inabilità e gli assegni di invalidità con importi irrisori di circa 200 euro mensili. Oggi milioni di lavoratori, senza contributi previdenziali al 31 dicembre 1995, non hanno diritto all’integrazione al minimo e rischiano di avere pensioni bassissime che riceveranno addirittura all’età di 71 anni, a causa del cosiddetto “importo soglia”. Infatti, la legge assurda in vigore ritarda di 4 anni la già alta età pensionabile di 67 anni, quando la pensione contributiva di vecchiaia maturata è inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale (754,90 euro). Chiediamo al Governo e al Parlamento nella prossima Legge di Bilancio di eliminare le distorsioni e le ingiustizie che le controriforme delle pensioni degli ultimi trent’anni, dalla legge Dini alla Fornero, hanno determinato. E’ una vergogna che non possiamo accettare!”

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