Ogni anno assistiamo al lancio di innumerevoli titoli: la crescita del settore videoludico è misurabile non solo in termini qualitativi, ma anche quantitativi. La prima però è altalenante per almeno due motivi: intanto non sono moltissimi, in proporzione, i videogiochi che annualmente si segnalano come potenziali pietre miliari del videogaming; inoltre, solo negli ultimi anni si è cominciato a considerare il videogioco come una compiuta opera narrativa, con titoli del passato rivalutati solo a posteriori come eccellenze videoludiche. In termini quantitativi, invece, la crescita del settore è una costante della sua storia: ogni anno escono sempre più videogiochi, e se questi spesso si rivelano semplici passatempi alcuni riescono invece a farsi notare, rimanendo invariati per anni. Si tratta di veri e propri videogiochi senza tempo: titoli che danno l’assalto al mercato videoludico, diventandone dei fari in grado di definire il genere di appartenenza per il futuro.
Facciamo subito un esempio: Tetris. Il successo del gioco è stato anche di recente celebrato in un film, che in maniera narrativa ne ripercorre alcuni elementi della storia. Il gioco è stato creato nell’ormai preistorico, in termini videoludici, 1984: il suo sviluppatore era un ricercatore dell’Accademia delle Scienze dell’Unione Sovietica, Aleksej Pažitnov. Questi, in contatto con alcune tra le più interessanti ricerche scientifiche del periodo, venne particolarmente affascinato dai tetramini: si tratta di particolari polimini, composti da quattro quadrati uguali uniti lungo uno o più lati, lo studio dei quali era molto vivo tra gli anni ’70 e ’80. Pažitnov, ricercatore informatico, pensò di creare un rompicapo basato su queste particolari figure geometriche. Isolò le 7 forme piane creabili con quattro quadrati, e scelse di inserirle in un puzzle nel quale queste, calando dall’alto, dovevano comporre righe ininterrotte che si sarebbero cancellate, lasciando spazio ad altri tetramini. Titolo di lancio per il Game Boy, senza alcuna variazione il gioco è giunto fino ai giorni nostri, protagonista persino in battle royale e tornei di eSport: un risultato certamente imprevedibile per un gioco nato nella Mosca degli anni ’80.
Possiamo pensare anche alla roulette, con una limitazione: considerare solo la sua versione videoludica, comparsa in innumerevoli titoli. Ovviamente la sua storia è più risalente in forma fisica, ma anche solo partendo dalle sue prime comparse elettroniche parliamo di un gioco che, da quando è stato incluso nell’offerta degli operatori specializzati, non è mai più mancato: oggi sarebbe impossibile pensare a una piattaforma online senza roulette. Già dai primi anni ’90 comparvero le prime suite di giochi da casinò, nelle quali la roulette figurava con tutte le particolarità che l’avevano resa famosa nelle case da gioco. Senza alcuna modifica ha attraversato anche i primi giochi per cellulare, giungendo poi inalterata alle piattaforme online. Anche uno dei più grandi classici da casinò non poteva che aprirsi alle potenzialità della rete: sono così comparse diverse varianti di roulette, per esempio affiancando quella classica a quella americana, e sono state introdotte innovazioni come il supporto al VR tramite appositi visori. In ogni caso, l’essenza del gioco è rimasta inalterata nel corso della sua storia.
Cosa dire poi di Pac-Man? Anche in questo caso ci troviamo di fronte a un vero e proprio dinosauro dei videogiochi: era il 1979 quando Tōru Iwatani ebbe l’ispirazione per Pac-Man, secondo l’aneddoto mentre osservava una pizza alla quale mancava una fetta. L’anno dopo, nel 1980, con alcuni colleghi sviluppò la prima versione del gioco, all’epoca nota come Puckman: il nome, in seguito precauzionalmente modificato prima del lancio sul mercato anglosassone, derivava dall’onomatopea giapponese pakupaku, che indica l’aprire e chiudere la bocca. Fin dalle origini il gameplay di Pac-Man è stato invariabile e legato al mangiare: percorrere un labirinto disseminato di pallini da divorare mentre si è inseguiti da 4 fantasmi, che possono essere a loro volta inseguiti e mangiati grazie a 4 power-up temporanei. Una formula arcade tanto semplice quanto di successo, dato che nel corso degli anni non si sono mai avute modifiche essenziali ma innumerevoli aggiornamenti, tra i quali modalità battle royale, versioni di guida e tanto altro ancora.
Potrebbero essere fatti numerosi altri esempi, ma si tratterebbe di un mero elenco: quello che conta è che alcuni videogiochi, nonostante la mole annualmente prodotta, sono in grado di spiccare e rimanere sempre attuali. Un’idea originale e un gameplay ispirato sono, in effetti, gli unici elementi veramente irrinunciabili per creare un videogioco senza tempo.