I racconti vengono tramandati dai genitori ai figli ai nipoti. Ma c’è chi giura di aver visto con i propri occhi. E chi segue la superstizione di non volerne parlare senza dover passare prima “davanti a sette portoni”. Tra i vicoli di Bari Vecchia una delle credenze più diffuse è quella della “fata della casa”. E’ una credenza che risale all’epoca bizantina, ma che è ancora viva soprattutto nei più anziani. Come racconta Eleonora Nacci, 41enne, che ha scritto proprio una tesi di laurea poi diventata un libro in Antropologia Culturale. “Tra il 2016 e il 2017 – racconta – ho effettuato questa ricerca sul campo a Bari Vecchia, intervistando coloro che si sono resi disponibili a raccontare qualche aneddoto ed episodio vissuto personalmente relativamente alla credenza sullo spirito della casa”.
Una credenza tipicamente locale ma che è diffusa in tutto il mondo, con altri nomi. A Bari si chiama “fata della casa”. “Tutti pensano che questa figura sia legata alla cosiddetta prima pietra, è lo spirito della persona o dell’animale che passava in un momento preciso in cui il muratore ha sistemato la prima pietra di un edificio – spiega Eleonora che presenterà il suo volume “La fata della casa, storie popolari del borgo antico di Bari”, il 16 novembre a Liberrima – c’è chi dice di aver visto bare nella stanza, chi di essere stato preso e spinto da una stanza all’altra come se qualcuno non lo volesse lì presente. La fata della casa può essere espressione di una cattiva entità ma anche di una buona. C’è chi racconta di trovare soldi nascosti nei cassetti, qualcuno che sente miagolare dei gatti, nel libro c’è una storia di una signora che aveva partorito da poco un piccolo e la notte il piccolo piangeva fin quando ha smesso di piangere. La signora avrebbe visto di notte il piccolo cullato da qualcuno. Un qualcuno che – avrebbe raccontato – voleva bene a suo figlio e l’avrebbe custodito”.
In alcuni casi ci sarebbero state persone che avrebbero persino lasciato la casa. “Si tratta di una credenza molto sentita non solo nel borgo antico, si allarga in qualsiasi quartiere della città. Si dice che sia più sentita nelle case di vecchia data, ma può anche capitare nelle nuove costruzioni in funzione di quello che c’era prima – conclude Eleonora – La cosa fondamentale è che anche se vengono nominati in maniera differente, fata della casa, spirito della casa o altro, in realtà le caratteristiche e gli effetti che producono sono molto simili”.