Si chiama Finoliva il nuovo modello di produzione dell’”oro verde” pugliese che oggi, 13 ottobre a Bitonto, racconterà il mondo dell’olivicoltura dalla prospettiva di chi ne conosce luci ed ombre, di chi è riuscito a diventare un punto di riferimento del settore a livello nazionale, non solo nella produzione ma nella valorizzazione dei territori, distinguendosi per la sua continua ed indefessa attenzione alla qualità del prodotto. Un evento organizzato da Finoliva Global Service in collaborazione con Cia Agricoltori Italiani, Legacoop, Italia Olivicola e Ministero dell’Agricoltura, che focalizzerà in particolare le produzioni biologiche, dop e Igp.
Nata nel 1999, la filiera oggi conta 24mila produttori, coinvolge 82 cooperative e 21 organizzazioni di produttori su Puglia, Calabria e Sicilia e rappresenta un modello che ha puntato tutto sulla forza dell’aggregato. “Quello che rappresenta oggi Finoliva – afferma Carmelo Rollo presidente Legacoop Puglia che ne fa parte sin dalla sua creazione è il risultato di una visione di agricoltori che hanno deciso e voluto unirsi per essere più forti. È un progetto vincente che nasce dalla lungimiranza di un gruppo di produttori, aggregati in un sistema e in una precisa strategia. Ed è – continua Rollo – la risposta di un Sud che quando si organizza è capace di dare risposte alle richieste del mercato.
Lo dimostrano i numeri: circa 7 milioni di kg di olio biologico 100% italiano e 5 milioni di kg di extravergine sono le quantità di olio sfuso prodotto a fronte di 2,2 milioni di bottiglie l’anno di cui il 24% di dop, il 2% di olio 100% italiano e il 74% di biologico dop. Una produzione di qualità che non ha eguali al sud destinata al mercato interno ( 27% alla GDO Italiana) ma soprattutto a quello internazionale ( 73% all’estero tra Giappone, Stati Uniti ed Europa).
“Per il raggiungimento di questi risultati, ottenuti nel tempo, fondamentale è stato il sistema cooperativo che oggi sarebbe opportuno sostenere con una legge regionale sulla cooperazione agricola, una legge che aiuti ad aggregare produttori e territori. In questo modo il modello di Finoliva, potrebbe essere, a mio avviso, declinato su altre produzioni, come per esempio l’ortofrutta”.
Quello di Finoliva, che premia l’aggregato come punto di forza, mettendo al centro gli agricoltori che diventano anche guardiani del territorio, è un modello nel quale Legacoop ci ha creduto sin dall’inizio investendo con i suoi strumenti di sistema come CoopFond. “Il valore della filiera – afferma Simone Gamberini, presidente nazionale di Legacoop –insieme alla capacità di costruire percorsi di valorizzazione commerciale dell’olio sono sicuramente le maggiori sfide che ci attendono e sulle quali Legacoop vuole essere presente, come lo è sempre stata investendo tramite gli strumenti di sistema, tramite il confronto progettuale e di relazioni del mondo cooperativo”.