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Lavoro, aumentano le vittime in Italia. Puglia in “Zona rossa”

I dati dell'osservatorio su sicurezza e ambiente realizzato da Vega engineering

Pubblicato da: Francesca Emilio | Lun, 9 Ottobre 2023 - 13:48

Aumentano le vittime sul lavoro in Italia, vittime soprattutto gli ultra sessantacinquenni, ma c’è preoccupazione per i giovani. È quanto emerso dai dati dell’osservatorio su sicurezza e ambiente realizzato da Vega engineering, secondo il quale, la Puglia, è in zona rossa per quanto riguarda il “bollettino” delle vittime. Si tratta, secondo quanto emerso dal rapporto, di un “tragico bollettino” che racconta di una realtà che oggi è diventata una vera e propria emergenza e vede una media di mortalità pari a 82 decessi al mese. Ma andiamo per gradi.

Entrando nel dettaglio, sono 657 le vittime in otto mesi con dati ancora in crescita, anche se minima pari al + 0,8% rispetto allo stesso periodo del 2022 e passati dunque da 496 a 500. Risultano diminuiti invece gli infortuni mortali in itinere: sono 157 nel 2023 contro i 181 del 2022. Questo però non cancella la necessità di restare in allerta, soprattutto per i lavoratori giovanissimi e per gli stranieri. Proprio per questi ultimi, secondo i dati, si è registrata un’incidenza di mortalità “elevatissima rispetto alla media”. Risultano invece in diminuzione, dall’inizio dell’anno, le denunce di infortunio totali: -21% rispetto ad agosto 2022. Un dato positivo che deve essere sempre e comunque confrontato con il 2022, ovvero quando gli “infortuni per Covid” erano ancora molto numerosi. Un decremento che, secondo il report, va associato alla fine dell’emergenza sanitaria, ma che dovrà essere verificato nei prossimi mesi.

In zona rossa nei primi otto mesi del 2023 con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 21,6 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Umbria, Abruzzo, Basilicata e Puglia. In zona arancione: Campania, Friuli Venezia Giulia, Calabria, Sicilia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Marche e Liguria. In zona gialla: Veneto, Sardegna, Lombardia, Valle D’Aosta, Emilia Romagna e Lazio. In zona bianca: Toscana e Molise. Il capoluogo pugliese è attualmente al decimo posto per quanto riguarda l’indice di incidenza di casi di morte sul lavoro. La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (178 su un totale di 500). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio ad agosto 2023 sono 30, mentre 18 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 97, mentre sono 29 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. Il lunedì è il giorno in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi otto mesi dell’anno (19,6%).

Per quanto riguarda le denunce di infortunio, queste ultime risultano in diminuzione del 21% rispetto a fine agosto 2022. Erano, infatti, 484.561 a fine agosto 2022. Nel 2023 sono scese a 383.242. E il decremento risulta essere sempre maggiormente rilevante, come nei mesi precedenti, nel settore della Sanità. In particolare, lo scorso anno a fine agosto le denunce erano 65.913, mentre a fine agosto 2023 sono diventate 18.864 (-71,4%). Anche dopo i primi otto mesi del 2023, il più elevato numero di denunce arriva dalle Attività Manifatturiere (47.997), subito dopo si piazzano i settori delle Costruzioni (21.413),  del Trasporto e Magazzinaggio (20.771), Commercio (19.909) e Sanità (18.864). Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane da gennaio ad agosto 2023 sono state 133.898, quelle dei colleghi uomini 249.344. Sempre allarmante il dato relativo alle denunce degli infortuni dei giovanissimi. Fino ai 14 anni si rilevano 30.868 denunce (circa l’8,1% del totale).

“Mancano pochi mesi alla fine del 2023 e i numeri, così come le incidenze della mortalità sul lavoro, narrano ancora uno dei capitoli più tristi della storia contemporanea. Da anni non si riesce ad invertire significativamente la rotta – ha commentato Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre – la cultura della sicurezza, purtroppo, non rientra nelle priorità di moltissime realtà imprenditoriali. Perché altrimenti non si spiegherebbe l’andamento infortunistico nel nostro Paese. E la testimonianza di questa emergenza viene confermata dall’incremento, seppur minimo, del numero delle vittime rilevate in occasione di lavoro con un +0,8% rispetto allo scorso anno. Questo indica la stabilità del fenomeno e non, purtroppo, un’inversione di tendenza” – ha concluso.

foto freepik

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