“Ci sentiamo abbandonati, l’Italia venga a prenderci con un volo di Stato come pare stia facendo la Polonia. Qui la situazione è terribile, con le bombe sulle nostre teste”. A parlare al telefono con l’ANSA è il pugliese Giuseppe Migali dall’aeroporto di Tel Aviv, città in cui era in vacanza con altri tre italiani quando è scoppiata la guerra.
“Siamo in aeroporto ma stiamo andando via – spiega – l’ammassarsi di gente è inverosimile, ci saranno più di tremila persone nelle vaie hall dell’aeroporto. La situazione non è pericolosa, di più. Qui in aeroporto potrebbe entrare un pazzo a fare un disastro. I controlli per entrare non in aeroporto non li fanno”. “Il nostro volo di oggi è stato cancellato – dice Giuseppe – e la compagnia El Al non ha più voli disonibili. Non c’è più nessun aereo prenotabile né dal banco ticket, dove non ti fanno neppure avvicinare, nè dalle app”. “Uno di noi, dopo il bombardamento di sabato – conclude – ha avuto la febbre a 40 e non sta bene da due giorni”. (Foto tik tok aeroporto Tel Aviv)