Dai bus in ritardo e poco sicuri alla sporcizia, ma non solo: anche assenza di sicurezza. Sono solo alcune delle tematiche emerse in seguito allo studio socio-politico dal titolo “Quello che i baresi (non) dicono”, commissionato dall’associazione Orbita alla società specializzata in ricerche sociali e di mercato R.P. Consulting di Bari per indagare bisogni, aspettative e mancanze dei cittadini baresi. Lo studio si è snodato in otto focus group qualitativi, due per ogni segmento di età (18-24 anni, 25-40, 41- 54 e over 55 anni), attraverso i quali sono emersi temi critici su cui, secondo i cittadini intervistati, è opportuno concentrare l’attenzione.
Tra tutti, spicca, in particolare, il senso civico e la cultura civica. Si tratta di una tematica che riguarda, di fatto, tutte le altre aree di criticità emerse ed evidenziata, in primis, dai più giovani (18-24 anni), secondo i quali a Bari c’è una scarsa educazione civica complessiva dei cittadini, fattore necessario per attuare un punto di svolta che trasformi la città e la renda moderna, internazionale e pronta ad ospitare realmente i turisti, offrendo parallelamente una migliore qualità della vita ai cittadini.
Tra le altre aree critiche spiccano inoltre carenze relative al servizio di trasporto pubblico. Secondo molti, il vero problema della mobilità in città, dove la qualità dei mezzi è migliorata, è l’assenza di una garanzia su puntualità e frequenza delle corse, oltre che sulla sicurezza sui mezzi, specialmente nelle aree periferiche. Particolarmente importante il tema della pulizia, della manutenzione e della cura della cosa pubblica, sia del vecchio che del nuovo. La percezione generale è che il capoluogo pugliese sia una città da “lavori in corso” e che molte cose si siano già fatte e si stiano facendo ma, allo stesso tempo, non si stiano tenendo in ordine (le strade, le rotatorie, parchi e giardini, le aree con i cassonetti dei rifiuti).
Infine, tra gli altri temi emersi spicca la necessità di aumentare la sicurezza incrementando così anche la percezione di quest’ultima, soprattutto in relazione alle donne. Proprio questa doppia valenza di percezione, evidenziano dallo studio, “ne rafforza moltissimo la percezione di gravità, in particolar modo legata ad alcune precise zone della città (Stazione Centrale, Piazza Umberto, quartiere Libertà)”. “La città – si leggea ancora – appare oggi nel complesso asimmetrica e sbilanciata. C’è una parte ‘luccicosa e glamour’, un palcoscenico, che corrisponde in primis al centro città, che tutti, a partire dai turisti e dai forestieri, ammirano e di cui i baresi sono orgogliosi, anche se poi, in concreto, non ne godono nella loro quotidianità. E c’è poi una parte più polverosa e malmessa, un retropalco che corrisponde alle zone più periferiche (come i quartieri San Paolo e Sant’Anna) ma anche ad alcune zone a ridosso del centro (come il quartiere Libertà) che i baresi vivono tutti i giorni e di cui conoscono, e patiscono, i problemi, i limiti e le fatiche”.
“Bari ce la deve ancora fare – ha commentato il presidente dell’Associazione Orbita Luigi De Santis – per assumere quel ruolo di città aperta, europea, multi-etnica, dinamica a cui aspira e a cui si sta lavorando da anni. Il ruolo della futura amministrazione della città dovrà essere, quindi, quello di continuare a costruire e soprattutto a regolare questa evoluzione, completando nel più breve tempo possibile tutte le opere in cantiere e arricchendo con soluzioni concrete e tangibili la varia e grande offerta di qualità che la città dovrà dare in primis ai suoi cittadini. E di conseguenza a ospiti, turisti ed estimatori” – ha concluso.
Foto repertorio