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Dionigi: “Il Bari riemergerà. Mignani ha avuto poco tempo”

Il doppio ex di Bari e Reggiana ha analizzato il momento dei galletti e il prossimo match contro i granata

Pubblicato da: Nicola Lucarelli | Gio, 5 Ottobre 2023 - 17:22

Per sconfiggere la “pareggite” e uscire da questa crisi di risultati e di gioco di avvio stagione, il Bari dovrà cercare di fare bottino pieno nella prossima gara di campionato. I biancorossi saranno impegnati sul terreno di gioco del ‘Mapei Stadium’ dove affronteranno la Reggiana allenata da Alessandro Nesta. La squadra emiliana è reduce dalla pesante sconfitta per 3-0 rimediata contro la Ternana ed è attualmente nei bassifondi della classifica del campionato di serie B. Per affrontare i vari temi del match e di questa prima parte del campionato, ci siamo rivolti ad un doppio ex come Davide Dionigi, attualmente stimato tecnico. Dionigi si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com.

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Partiamo da lei. Ultima esperienza in quel di Cosenza. Dopo un ottimo avvio, le cose non si misero bene…
“Partimmo subito forte, probabilmente anche troppo viste le aspettative per quella squadra. La mia esperienza durò 11 partite e per 8 volte ho tenuto il Cosenza in zona playoff. Poi arrivarono una serie di sconfitte consecutive e la società pensò bene di esonerarmi”.

A Cosenza ha allenato Marco Nasti, ora al Bari. Che ne pensa di questo giovane attaccante scuola Milan?
“Nasti l’ho lanciato io a Cosenza. In realtà mi serviva un trequartista, un vice Florenzi. Mi era stato detto che Marco poteva ricoprire anche quel ruolo, ma in realtà, quando l’ho visto all’opera, ho capito che non era così. Lui è un finalizzatore, una punta d’area di rigore e vede la porta come pochi. Deve migliorare nel gioco lontano dalla porta e partecipare maggiormente al gioco collettivo della squadra. Ma è ancora giovane e ha tutto il tempo per migliorare e Bari è la piazza giusta per riuscirci, anche se non bisogna caricarlo di troppe responsabilità”.

Tornando a lei, pronto per un eventuale treno in corsa?
“Assolutamente sì. Negli ultimi anni mi hanno sempre chiamato per situazioni disperate, come nel caso di Ascoli dove riuscì a condurre alla salvezza una squadra che sembrava spacciata. Situazione simile anche a Brescia. Vediamo cosa succede nelle prossime ore o settimane. La voglia di rientrare c’è, visto che sono fermo da 1 anno”.

Ha iniziato la carriera di tecnico nel 2010 a Taranto. Qualche anno dopo si parlò anche di una possibile chiamata del Bari. Quanto ci fu di vero?
“Ricordo che circolarono varie voci su un mio possibile approdo a Bari, ma non si concretizzò nulla”.

Nella suo staff tecnico, come vice allenatore, c’è il barese Lorenzo Sibilano. Un amico prima che un collaboratore…
“No, prima di tutto è un fratello per me. Lavoriamo insieme da tanti anni. Lui è specializzato nelle palle inattive: infatti le nostre squadre hanno una media di realizzazione su calci piazzati molto alta. Ma è soprattutto la mia parte “buona” perchè riesce ad essere moderato e a compensare il mio caratterino”.

Ma Davide Dionigi è stato anche un grande attaccante. Ha vestito maglie importanti come quelle di Torino, Sampdoria, Napoli e Bari. Quali i momenti più belli della sua carriera?
“Ce ne sono stati due su tutti: agli esordi, quando in serie C, a 18 anni, realizzai 15 reti e vinsi il campionato nel Como di Tardelli. Poi ne realizzai altri 24 in serie B e diventai capocannoniere. Il secondo periodo è stato quello di Napoli: vice capocannoniere del campionato di B giocando in una piazza unica”.

E da calciatore ha vestito anche la maglia della Reggiana, prossimo avversario del Bari in campionato. Correva l’anno 1994: 10 presenze e 1 rete. Era l’inizio della sua carriera…
“Ero un ragazzino. Mi ritrovai in serie A nella Reggiana di Futre e Oliseh. Tra l’altro io sono nato a Reggio Emilia e fu un onore giocare nella squadra della mia città”.

Nel 2005 l’approdo a Bari. 21 presenze e 4 reti. Come valuta la sua esperienza nel capoluogo pugliese?
“Venivo da un periodo complicato alla Reggina e giunsi in un Bari che era in una posizione ibrida di classifica. Era il Bari di Guido Carboni e di tanti giovani interessanti. Dopo un avvio difficile spiccammo il volo. Realizzai tutti gol pesanti. Purtroppo la nostra rincorsa si interruppe in quella maledetta partita di Genova: vincevamo 1-0 grazie ad una mia rete, poi ci buttarono fuori tre calciatori e perdemmo la gara. Se avessimo vinto, avremmo agganciato il treno playoff”.

E veniamo al Bari dei giorni nostri. Avvio di stagione sottotono per i biancorossi. Troppi pareggi e pochi gol.
“Quando si sceglie di cambiare così tanto rispetto alla stagione precedente, è normale trovare difficoltà. Ma negli occhi dei tifosi c’è quella serie A persa per 1 minuto e giustamente si aspettavano un inizio diverso. Mignani è un bravo allenatore che ha dimostrato nel suo periodo a Bari il suo valore, ma la squadra è cambiata e il mister ha bisogno di tempo per capire quale sia la miglior veste tattica. Sono certo che il Bari ripartirà in maniera importante”.

Ha affrontato il Bari nella scorsa stagione. Cosa la impressionò e quali differenze nota con la squadra attuale?
“Facemmo una grande partita nello scorso campionato: il pareggio ci andò stretto specie per quanto fatto nel primo tempo. Il Bari dello scorso anno era una squadra più esperta che sapeva quello che doveva fare in campo: erano in grado di addormentare la partita o accelerare quando era il caso di farlo. Tutte qualità che derivavano da due anni di lavoro. E’ difficile in 11-10 partite creare un’identità di gioco, specialmente quando c’è un gruppo nuovo e giovane. Poi c’è Polito che ha dimostrato d’essere un ds con gli attributi e che sostiene tecnico e squadra”.

Da ex attaccante, crede che i soli Diaw e Nasti siano sufficienti per ambire ad un campionato di vertice?
“Diaw è l’attaccante che tutti gli allenatori di serie B vorrebbero avere: ha una buona fase realizzativa, fisicità e partecipa alla fase difensiva. Lui e Nasti sono ottimi elementi per la categoria. Se Mignani continuerà a giocare con il 4-3-3, credo che possano bastare anche loro per far bene. Le cose cambierebbero in caso di utilizzo di un modulo con 2 punte”.

Reggiana Bari: che partita si aspetta? Un risultato negativo potrebbe avere ripercussioni per i tecnici?
“Se guardiamo i progetti societari di inizio stagione, non credo che un’eventuale sconfitta possa portare a gravi ripercussioni per Nesta o Mignani. Senza dimenticarci che, dopo questa giornata di campionato, ci sarà una lunga sosta che permetterà agli allenatori di far entrare in condizione tutti i calciatori, soprattutto i nuovi arrivati. Ho visto diverse partite della Reggiana: è una squadra che ha alternato momenti di gara strepitosi ad altri di black out. Il Bari è ancora in fase di rodaggio ma è costante in tutta la gara nel bene e nel male. Ma la Reggiana, tra le mura amiche, ha creato problemi a diverse squadre avversarie. Sarà una partita aperta e combattuta”.

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