I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari stanno dando esecuzione a un decreto di sequestro di prevenzione -emesso, su richiesta della Procura della Repubblica barese, dalla III Sezione Penale del locale Tribunale, in funzione di Tribunale per la prevenzione – avente per oggetto beni del valore di circa 600 mila euro, riconducibili a un soggetto barese appartenente al noto clan Capriati (accertamento compiuto nel corso del procedimento applicativo della misura di prevenzione patrimoniale, che necessita della successiva verifica nel contraddittorio con la difesa).
L’esecuzione del provvedimento rappresenta l’epilogo di complessi accertamenti finalizzati alla ricostruzione del profilo di pericolosità sociale del “proposto” e all’individuazione degli “asset” patrimoniali e finanziari riconducibili al medesimo e ai componenti del nucleo familiare. Il destinatario della misura di prevenzione sarebbe stato, difatti, riconosciuto (allo stato, salvo la verifica successiva nella fase decisoria con il contraddittorio della difesa) quale soggetto connotato da una pericolosità sociale qualificata, tenuto conto del pieno coinvolgimento nell’ambito della criminalità organizzata barese, segnatamente all’interno del clan mafioso facente capo alla famiglia Capriati. Al riguardo, infatti, il “proposto” è stato condannato, con sentenza divenuta irrevocabile nell’ottobre del 2013, alla pena di anni 3 e mesi 8 di reclusione per i reati di associazione di tipo mafioso ed estorsione.
Inoltre, nei confronti del predetto risultano pendenti diversi procedimenti penali – attualmente nella fase del dibattimento – concernenti i reati di violenza o minaccia a un pubblico ufficiale, illecita concorrenza con minaccia e violenza, entrambi aggravati dal metodo mafioso, trasferimento fraudolento di valori e ricettazione. In particolare, le articolate investigazioni – eseguite dalle Fiamme Gialle baresi tra il 2015 e il 2017 – hanno consentito di disvelare un ampio e diffuso sistema di malaffare, esistente nella città di Bari e nei Comuni limitrofi, finalizzato all’imposizione del noleggio delle apparecchiature da intrattenimento delle società riconducibili a un imprenditore barese presso diversi esercizi commerciali. Ciò grazie al supporto illecito offerto da esponenti di organizzazioni criminali egemoni sui rispettivi territori di riferimento, tra cui il clan Capriati, i cui metodi mafiosi – basati sulla forza di intimidazione – avevano neutralizzato, di fatto, ogni tentativo degli imprenditori di sottrarsi al noleggio degli apparecchi e di rivolgersi ad altre aziende di settore. In relazione a tali fatti il “proposto” è stato attinto nel gennaio 2020 da un’ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere, in quanto, rappresentante del clan Capriati e consapevole del sistema mafioso di controllo.