In Puglia i lavoratori sono stressati e risentono dello stress almeno una volta ogni due giorni. Tra l’altro la maggior parte di essi pensa che il proprio datore di lavoro non faccia nulla per migliore la propria condizione di benessere mentale. Questi due dati preoccupanti emergono da una indagine di People at Work 2023 dell’ADP® Research Institute, realizzata in vista della giornata della salute mentale che si celebra il 10 ottobre.
Secondo il sondaggio condotto su oltre 32.000 lavoratori in 17 paesi (2mila lavoratori in Italia), il 36,8% dei lavoratori della Puglia pensa che il proprio datore di lavoro non stia facendo nulla per promuovere una salute mentale positiva. Il 21% pensa che invece sia attivo soprattutto tramite il dialogo, favorendo una comunicazione continua e costante, il 12% dichiara come nella propria azienda sia in vigore il diritto di disconnessione da mail e messaggi fuori dall’orario di lavoro, secondo il 13,5% vi sono vere e proprie pause stabilite per la gestione dello stress (esempio stanza zen, meditazione, palestra,…) e il 15% dichiara come il proprio datore di lavoro favorisca dei giorni di ferie per il benessere personale (per esempio in molte multinazionali il giorno del compleanno corrisponde a un giorno di ferie regalato).
Alla domanda “hai mai la sensazione che il tuo lavoro sia influenzato negativamente dallo stress?” il 63,2% ha risposto “si”. Di questi, il 31,6% lamenta di non essere in grado di svolgere il lavoro al meglio delle proprie capacità mentre il 34,6% lamenta di avere continuamente necessità di staccare con piccole pause.Il 55,6% dichiara poi come i colleghi siano un forte sostegno. Per quanto concerne lo stress, il 19,5% degli intervistati afferma di sentirsi stressato giornalmente, il 6,8% 4-6 volte a settimana, il 23,3% 2-3 volte a settimana, una volta al mese un altro 6,8%.Tra le cause di stress non solo il carico di lavoro ma anche l’insoddisfazione. Il 25,6% dei pugliesi afferma infatti di non sentirsi soddisfatto della propria posizione, oltre uno su quattro. Le cause principali sono tre: il 41,2% lamenta di avere avuto un aumento delle responsabilità che non è combaciato con un aumento di stipendio, per il 29,4% il problema è la mancanza di avanzamenti di carriera, un altro 29,4% non ha trovato abbastanza opportunità di lavoro flessibile.
“Una cultura dell’attenzione alla salute mentale sul posto di lavoro è incredibilmente preziosa sia per i datori di lavoro sia per il personale – spiega Marcela Uribe, General Manager Adp Southern Europe – Quando le persone si sentono al sicuro e supportate, è molto più probabile che facciano un lavoro migliore, diminuisca l’assenteismo e si respiri più ottimismo, tutte cose che favoriscono la produttività. Iniziative come quella di offrire programmi di assistenza ai dipendenti potrebbe suggerire che i datori di lavoro stiano finalmente razionalizzando e formalizzando le attività di supporto al benessere dei dipendenti, anche esternalizzandole. Tuttavia, devono anche integrare questo tipo di supporto nelle pratiche lavorative quotidiane e istruire e formare i manager su come affrontare lo stress e i problemi di salute mentale nel proprio team”.