Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Zitti e buoni”
Quattro ragazzi, “coatti de Roma” come amano definirsi, una passione sfrenata e una buona dose di consapevolezza.
Damiano, Victoria, Ethan e Thomas, conosciuti come la band dei Maneskin, sono ad oggi un vero e proprio fenomeno, non sono italiano ma mondiale. Si conoscono su un sito per musicisti e subito dopo partono per un viaggio in Danimarca in cui decidono di dedicarsi alla musica non più in modo amatoriale ma professionale.
Il nome della band non si pronuncia, come si sente un po’ ovunque, Manèskin ma Mòneskin: significa moonshine, chiaro di luna, in danese, e a trovarlo è la bassista, Victoria De Angelis, la cui madre era danese.
Proprio come un chiaro di luna, la band inizia a farsi luce nel mondo della musica fin da subito, con gli inediti “Chosen” e “Morirò da re”. Infiniti gli ascolti e i passaggi in radio fino al grande momento del debutto in tv con la partecipazione ad X Factor nel 2017.
La musica come espressione di libertà
Su quel palco suonano senza timore né di sfide né di giudizi. Sono liberi di esprimersi, rifiutano etichette e conformismi sul palco, nell’amore e nella vita.
La Sony investe su di loro e nel 2018 esce il primo album “Il ballo della vita” che arriva primo in classifica. Ma è il 2021 l’anno della loro esplosione mondiale: duplice vittoria a Sanremo e poi in giugno all’Eurovision Song Contest a Rotterdam. “Zitti e buoni” è un grido rock ribelle. E’ la scelta davanti ad una realtà opprimente e soffocante di difendersi, di reagire, di essere indipendente. Può essere la storia di un singolo o forse della stessa band, che con umiltà proprio partendo dalla strada, continua a crederci, ad allenarsi per raggiungere l’obiettivo “Scusami, ma ci credo tanto che posso fare questo salto. E anche se la strada è in salita per questo ora mi sto allenando” e poi finalmente il grande salto: un successo dirompente.
Il Look gener fluid
Se la loro musica lascia senza parole, lo stesso fa il loro look. Lo stile e il look dei Maneskin è il risultato di un mix senza precedenti, che si potrebbe definire indie- rock. Sicuramente un punto fermo, ovvero l’animalier, in ogni sua sfaccettatura, si alterna a look eleganti rivisitati, a borchie, pelle, ma anche veli e tulle. Sono esagerati ma allo stesso tempo ambigui. Sono portatori di mentalità aperta ma anche di fluidità di genere. Ed è per questo che lo stesso Damiano, frontman della band, spesso nelle sue esibizioni utilizza anche ampie gonne accompagnate dagli immancabili stivaletti con il tacco dando prova di non avere rivali in fatto di outfit gender fluid.
“Che poi in fondo siamo tutti diversi non perché vogliamo essere alternativi ma perché davvero nessuno è uguale. Giustizia è essere giudicati in base a ciò che si fa e non ciò che si è. Giustizia è parità, rispetto, bellezza». Queste le parole di Ethan durante un’intervista, ma questo anche il mood e il pensiero di tutta la giovane band.
Nonostante infatti pareri talvolta contrastanti su di loro da parte di pubblico e critica ,i Maneskin continuano a riscuotere grande successo e “Teatro d’ira” diventa l’album più venduto in Italia. Scritto interamente dai 4 artisti, è registrato tutto in presa diretta al Mulino Recording Studio di Acquapendente, in provincia di Viterbo, con un richiamo alle atmosfere analogiche dei bootleg anni ’70.
L’impegno sociale dei Maneskin
La bellezza e la forza di questa band sta non solo nell’oggettiva bravura in ambito musicale, ma anche nell’aver svelato grandi verità su temi che contano. Negli anni soprattutto Damiano e Vittoria hanno aperto grandi dibattiti su temi quali psicologia, discriminazione di genere, bullismo.. e proprio questa spiccata sensibilità seppur accostata ad un’età tanto giovane quanto la loro, li ha portati, assieme a Thomas ed Ethan ad essere punto di riferimento per molti giovani del nostro tempo.
Dal Festival di Sanremo all’Eurovision Contest, all’America, i Maneskin hanno portato il rock italiano ad una visibilità ed un seguito senza precedenti, hanno fatto conoscere al mondo un Italia che forse non è mai stata così rock e trasgressiva.
Performanti, provocatori e anche politicamente schierati, i Maneskin sono forse il nuovo volto musicale che l’Italia non aveva, ma aspettava da tempo. Ci hanno trascinato in una piccola rivoluzione ma anche in un grande sogno.
“Siamo più che nel sogno, siamo nel sogno conquistato. A volare alto il rischio è precipitare e farsi male, ma c’impegneremo a non finire come Icaro, che si brucia le ali con il sole. Tutto è nelle nostre mani. E questo – un po’ presuntuosamente – più che spaventarci ci rassicura”.
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