Dopo aver raccolto tre punti nelle ultime tre gare di campionato, il Bari vuol tornare ad assaporare il gusto della vittoria, ma prima dovrà superare l’ostacolo Catanzaro. La squadra calabrese è reduce dalla ‘manita’ interna subita dal Parma, ma è stata protagonista di un ottimo avvio di stagione. Per affrontare i vari temi del match e di questa prima parte del campionato, ci siamo rivolti ad un ex calciatore del Bari, vale a dire Enrico Guarna, estremo difensore classe 85.
Guarna, nativo di Catanzaro, si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com.
Buongiorno Enrico. Si è conclusa da qualche mese l’avventura ad Ascoli, come mai?
“Avevamo trovato degli accordi, ma non sono stati mantenuti da parte della società marchigiana. Ero in scadenza e a maggio avevamo trovato un’intesa, ma a giugno sono cambiate le condizioni. Mi sono sentito preso in giro. Mi aspettavo un atteggiamento diverso da parte loro dopo i tanti anni in bianconero.”
Ora è svincolato. C’è qualcosa che bolle in pentola?
“C’è stata qualche trattativa quest’estate, ma ero ancora turbato per quanto successo con l’Ascoli. Mi sto allenando, ma inizio anche a pensare al futuro. Mi piacerebbe diventare allenatore dei portieri.”
Sino a qualche settimana fa, anche il Bari era alla ricerca di un portiere da affiancare al brasiliano Brenno. Sarebbe tornato nel capoluogo pugliese?
“Non c’erano le condizioni perchè il Bari cercava un portiere giovane. Hanno preso Farroni che è stato con me a Reggio Calabria. L’ho guidato quando si è trasferito a Bari, dandogli diversi consigli. Sono contento per lui.”
Ha iniziato la sua carriera nel 2001 a Locri. Ha militato in diverse piazze importanti, ma mai nella squadra della sua città. E’ un piccolo cruccio?
“Non ci ho mai pensato. Ho sempre vissuto il calcio in maniera leggera. Sono sincero: conosco poco la città, anche perchè c’è poco da visitare. Ci sono solo nato e nient’altro. Non ho nessun tipo di rapporto.”
Quali i pregi e i difetti di Enrico Guarna tra i pali?
“Non sono un portiere molto alto e mi affido ad altre doti come la furbizia. Mi piace anche osservare i miei colleghi sia durante le partite che gli allenamenti. Difetti? Ne ho parecchi…”
Enrico Guarna e i calci di rigore. In carriera ha neutralizzato il 27,27% di tutti i penalty ricevuti contro. Quale il suo segreto?
“Puoi essere bravo quanto vuoi, ma se il rigore viene calciato bene, il portiere può fare ben poco. Ad inizio carriera ho parato più rigori perchè studiavo e conoscevo i rigoristi, poi col cambio generazional, mi sono trovato in difficoltà.”
In questi giorni si sta parlando tanto del gol realizzato dal suo collega Provedel in Lazio Atletico Madrid. Cosa ne pensa? Lei ha mai segnato in carriera?
“No, non ho mai segnato un gol. Ho avuto poche occasioni per poterlo fare. Il gol di Provedel l’ho vissuto come se fossi stato un tifoso della Lazio: quando ha segnato ho urlato, facendo svegliare mio figlio che dormiva. Ha fatto un gran gol: è stato l’unico della Lazio a fare il giusto movimento sul cross di Luis Alberto.”
Restando nell’ambito degli estremi difensori: quale, al momento, il portiere più forte al mondo?
“Credo che Courtois sia una spanna sopra gli altri, ma anche lo stesso Oblak è molto valido, anche se viene spesso sottovalutato.”
Qui a Bari sono transistati diversi portieri validi: da Gillet, Fontana sino a Mannini e Mancini. Lo scorso anno, invece, ha impressionato il giovane Elia Caprile…
“L’ho visto all’opera prima che arrivasse a Bari. Mi ha dato subito l’impressione di un portiere in grado di fare da subito il salto di qualità. E’ stato bravo Polito a puntare su di lui.”
Quest’anno invece la società biancorossa si è affidata al brasiliano Brenno. L’ha visto giocare? Crede sia uno spreco pescare dall’estero per il ruolo di portiere?
“Il Bari è sempre il Bari, c’entra poco con la serie B. Andare all’estero per prendere un portiere ci sta. Brenno l’ho visto giocare in questo avvio di stagione e mi è piaciuto. Può solo migliorare giocando in Italia, ma deve anche ambientarsi e prendere dimestichezza con la lingua e i metodi d’allenamento italiani.”
E veniamo alla sua esperienza a Bari. Dal 2013 al 2016 per un totale di 86 presenze. Cosa ha rappresentato la parentesi biancorossa?
“Sono stati anni meravigliosi. Appena posso ci torno nel capoluogo pugliese. Dopo Ascoli, dove sono cresciuto, Bari la metto sempre al primo posto tra le squadre nelle quali ho militato. Ho incontrato persone stupende. Qualcosa di buono l’abbiamo fatta anche noi.”
Dopo aver difeso la porta biancorossa per tante gare, venne sostituito da Alessandro Micai. C’è mai stato del dualismo fra voi?
“Dopo il rigore parato contro l’Avellino diventò il titolare. Andai via l’anno successivo nonostante avessi ancora 1 anno di contratto. Il dualismo deve esserci ma deve basarsi sulla correttezza. Tutti i portieri devono essere sempre parte del progetto.”
E veniamo al Bari dei giorni nostri. Avvio di stagione in chiaroscuro per gli uomini di Mignani. Troppi pareggi e poca pericolosità offensiva…
“Tanti elementi importanti sono andati via e sostituirli non è semplice. E’ una fase d’assestamento anche se credo siano arrivati calciatori validi. Tuttavia il Bari è ancora imbattuto: credo che siano meglio 4 pareggi che 2 vittorie e 2 sconfitte, perchè muovi la classifica insieme all’avversario. Poi, se dovessero arrivare delle vittorie, quei pareggi assumerebbero un valore diverso. Ma la squadra di Mignani resta una candidata alla promozione.”
Bari Catanzaro: che partita si aspetta?
“Il Catanzaro viene da una sconfitta interna pesante contro il Parma. Una sconfitta che credo sia arrivata nel momento giusto. Hanno cambiato poco rispetto al campionato vinto in serie C e questo è un sicuro vantaggio. Sarà una gara difficile per il Bari perchè la squadra di Vivarini gioca bene. I biancorossi devono essere bravi a fare il proprio gioco, sfruttando le paure dei calabresi dopo le 5 reti incassate dal Parma.”
Venendo al campionato: quali le sue squadre favorite per la promozione in serie A?
“Parma, Venezia e Cremonese, ma ci metto anche il Bari.”
Foto Ascoli Calcio