“L’edizione appena terminata della Campionaria di settembre (la fiera annuale più importante) ha mostrato a tutti (tranne a pochi “diretti interessati”) lo stato pietoso in cui versa la Fiera del Levante”. La denuncia è del direttivo cittadino di Forza Italia. “Tra le tante criticità – si legge in una nota – la situazione dell’area fieristica, per 2/3 chiusa al pubblico per gravi carenze infrastrutturali; l’assenza di operatori, visitatori e rappresentanti istituzionali stranieri; i pochi padiglioni aperti destinati alla commercializzazione di salotti, prodotti gastronomici e abbigliamento regionale; una galleria delle Regioni che in buona parte ha preso il posto della Galleria delle Nazioni; la improvvida presenza di stand istituzionali, tra cui Esercito, Aereonautica, Polizia e Guardia di Finanza, che poco hanno a che fare con una fiera commerciale; le critiche feroci all’organizzazione da parte di Sindacati (Cisl) e rappresentanti del mondo industriale e commerciale (Confindustria e Confersercenti)”.
“Gli autori di questo disastro non devono essere dimenticati. Sono il sindaco di Bari, Antonio Decaro, e il presidente della Regione, Michele Emiliano, che da 20 anni “gestiscono” la Fiera e hanno autorizzato la cessione della gestione delle fiere di Bari e della riqualificazione delle aree del quartiere fieristico a Bologna Fiere e, direttamente o indirettamente, nominato negli ultimi due decenni i vertici di Fiera del Levante e Nuova Fiera del Levante – continua la nota – Spetterà quindi al nuovo sindaco di Bari e (fra qualche anno) al nuovo presidente della Regione Puglia rimediare allo sfascio di una delle icone di Bari, che i baresi amano profondamente”.
Forza Italia propone tre passi da compiere: “Il sistema fieristico barese deve specializzarsi su alcuni temi: agroalimentare; olio di oliva; sviluppo sostenibile ed energie rinnovabili; vivaistica e floricoltura – continua la nota – Secondo: un quartiere fieristico più ridotto rispetto gli attuali 300mila mq, con padiglioni più moderni, sostenibili e tecnologicamente all’avanguardia, funzionali a ospitare le fiere annuali (3 o 4) su cui si intende davvero investire. Terzo: vendita a terzi e a prezzi di mercato dei restanti spazi, per consentire la rigenerazione urbana di luoghi ormai centrali e urbanizzati, che si possono destinare a uffici, centri congressi e alberghi anche al servizio dei vari eventi fieristici. Insomma, serve una Fiera nuova, moderna, digitale e green, per far conoscere Bari e le aziende pugliesi. Una Fiera che sia leva di sviluppo e riqualificazione di un’area fondamentale e strategica per la Città, oggi – purtroppo – abbandonata a se stessa. Noi crediamo che con questi interventi, la nostra Fiera può tornare a essere grande!”