“Ho 42 anni e a 39 sono rinata. Succede a tutti o meglio potrebbe succedere a tutti, a me è successo dopo la diagnosi di autismo (una volta denominata sindrome di Asperger): lo ricordo bene il giorno della mia seconda nascita così come ricordo molto bene il mio primo secondo respiro, faticoso, liberatorio a pieni polmoni e con gli occhi chiusi. Ricordo la psicoterapeuta che con grazia mi informò della diagnosi, per me è stato un bellissimo benvenuto al mondo. Dopo la diagnosi di autismo ne è arrivata un’altra la cosiddetta “Sindrome non verbale” se ne parla molto poco, eppure sarebbe importante conoscerla. La lettura dello spazio è differente il che mi rende disprassica, soffro di prosopagnosia e ho tutti e quattro i D.S.A. (disortografia, disgrafia, discalculia e dislessia). Vi racconto una cosa, viverlo senza consapevolezza non è semplice, con la consapevolezza nemmeno, però si impara l’arte dell’accettarsi e accettare il resto del mondo e non è poco”. Queste sono le parole con cui una docente precaria che da anni lavora con contratti a termine nella scuola, ha spiegato la sua situazione.
Francesca è una docente che ha raccontato il modo in cui vive il suo lavoro di insegnante nella piena consapevolezza della sua neurodivergenza, tentando ogni giorno di dare il meglio di sé. “Ma quando il meglio non è sufficiente, lo Stato riesce ad intervenire, riesce ad essere inclusivo con chi dovrebbe esserlo? Molto probabilmente no”, spiegano dalla Flc Cgil di Bari.
Infatti Francesca racconta questo: “Vorrei soffermami sulla mia storia per quanto riguarda il concorso ordinario per l’insegnamento: mi sono ritrovata ad affrontare un test di cinquanta domande di cui ognuna aveva quattro risposte e che almeno due di esse erano simili. È stata un’esperienza massacrante. Ho rivissuto un passato che pensavo di essere riuscita a cancellare, è stato umiliante, deleterio, i miei diritti sono stati completamente calpestati riuscendo ad annullare le mie competenze e la mia preparazione”.
Francesca quel concorso non l’ha superato e, se le cose non cambieranno, sarà condannata a rimanere precaria a vita. La FLC CGIL di Bari ha pensato di dare voce a queste colleghe e a questi colleghi che, come dice Francesca, sono stati dimenticati dallo Stato e di affiancarli nel loro cammino, tentando di fungere da megafono alle loro esigenze. Venerdì 22 settembre, alle ore 15.30, in via Natale Locaiono 20 (c/o ipercoop Japigia) è stato organizzato un incontro – dibattito dal tema “NEURODIVERSO DA CHI? STORIE DI ORDINARIA DISABILITA’ DEI LAVORATORI DELLA CONOSCENZA” nel quale tra testimonianze dirette, esperti del settore, dirigenti sindacali, interventi dal pubblico, partendo dalla situazione attuale, si proverà a dar voce a chi vive la disabilità sulla propria pelle e capire come favorire e valorizzare la sua inclusione nel mondo del lavoro della conoscenza.