Al liceo scientifico Salvemini introdotte le aule “all’americana”, ossia dove gli studenti si spostano da un’aula all’altra in base alle materie. Sono i professori invece che rimangono fermi nelle loro aule. Con una circolare la preside, Tina Gesmundo, ha dato indicazioni per evitare ingorghi lungo i corridoi. Regole che però stanno facendo discutere. “I corridoi devono essere percorsi camminando a destra e favorendo il flusso nei due sensi di marcia”, “gli studenti devono muoversi in silenzio e correttamente per gruppi classe, possibilmente in fila indiana” e se due flussi si incrociano “la classe rispetta la precedenza a destra senza mai dividere i gruppi classe in transito”. La Cgil di Bari insieme alla Flc Cgil e all’Uds provinciali, ha chiesto “un incontro urgente alla dirigente scolastica, al consiglio d’istituto tutto e ai rappresentanti degli studenti”.
La circolare invita gli studenti che “devono raggiungere l’aula dipartimentale prevista dall’orario delle lezioni” a farlo “entro quattro minuti, senza attardarsi e seguendo il gruppo classe”. E chiarisce che i ragazzi “non possono recarsi al bagno o al bar durante gli spostamenti, ma possono farlo solo dopo essersi recati nell’aula dipartimentale prevista da orario e previo permesso concesso dal docente”. Esiste anche una regola nel caso in cui la classe trovi l’aula dipartimentale ancora occupata dal gruppo precedente, in questo caso “gli alunni dovranno attendere che l’aula sia liberata stando in fila indiana in corridoio, accostati al muro e in silenzio”.
“Sono serena e tranquilla, stiamo lavorando per fare la didattica disciplinare come fanno altre 200 scuole in Italia, fra le quali circa 150 licei”. Lo dice all’Ansa Tina Gesmundo, preside del liceo scientifico Salvemini di Bari, in merito al regolamento. “Questo regolamento – prosegue – regola l’afflusso di 1.070 ragazzi che si spostano da una classe all’altra. Per redigerlo mi sono ispirata ai licei Kennedy e Newton di Roma ed è identico a quello di tutte le altre scuole che applicano questo tipo di didattica”. Del caso se ne è occupato anche il Fatto Quotidiano.