Buona parte delle scuole di Bari e della Puglia aprono oggi, in modo anticipato, rispetto all’avvio ufficiale previsto per il 14. Ma che scuola troveranno gli studenti pugliesi? I problemi sono sempre gli stessi: cattedre vuote, precari e servizi come mense e trasporti non ancora partiti.
Per quanto riguarda la situazione precari, a fare il punto è Gianni Verga, segretario generale della Uil scuola Puglia: “Nonostante l’ottimo lavoro svolto dall’ufficio scolastico regionale e da quelli territoriali pugliesi, anche questa volta il Ministero non accoglie le istanze del territorio, mettendo in seria difficoltà il sistema scolastico regionale. Ci attende, infatti, ancora un altro anno con un gran numero di personale precario al quale andranno aggiunti i posti rinvenienti dai finanziamenti previsti dal PNRR”.
I posti dei docenti precari sono così suddivisi: 4.626 (1.157 comuni e 3.469 sostegno ) in provincia di Bari, 900 (255 comuni e 645 sostegno) Brindisi, 864 (571 comuni e 293 sostegno) Foggia, 1.410 Lecce (305 comuni e 1.105) e 2.000 (850 comuni e 1.150) Taranto.
“Si continua – prosegue Verga – a penalizzare il sistema istruzione in una regione già fortemente penalizzata dall’elevato tasso di dispersione scolastica, con una media del 17%, ben oltre quella nazionale. Un organico di diritto – continua – non corrispondente alle reali esigenze delle scuole, che ogni anno si traduce in una deroga allo stesso dell’80% in più, tendente sino al prossimo gennaio al 100% mediante l’attivazione di ulteriori posti. Si pensi, ad esempio, che l’organico stabile di sostegno per l’anno scolastico 2023/24 è di 9.889 a cui si è aggiunta una deroga di 7.809”. “Ancora una volta – conclude Verga – la responsabilità sarà dei dirigenti scolastici e del personale scolastico in generale che, come al solito, non faranno mancare nulla ai nostri studenti, sopperendo con senso del dovere e pur senza un vero rinnovo contrattuale, alle inadempienze di chi, invece, dovrebbe garantire il futuro dei nostri studenti e la sicurezza dei lavoratori del sistema scolastico, che invece continua a trattare la scuola come il brutto anatroccolo di ogni linea politica e amministrativa”.
Trasporti e mense: A Bari come in altri comuni le famiglie dovranno attendere qualche settimana prima di vedere attivati servizi come quello del trasporto o quello delle mense. Tutto dipenderà dalle scuole e da quando comunicheranno al Comune l’intenzione di iniziare. Il problema è sempre legato alla carenza negli organici: gli istituti devono attendere la copertura di tutto il personale per assicurare aperture pomeridiane dei plessi. Non mancano ovviamente i disagi per le famiglie che hanno optato per il tempo pieno soprattutto per questioni di lavoro.
Orari ballerini: Altro problema è quello degli orari scolastici. Alcune scuole hanno aperto oggi ma per pochi ore, costringendo quindi i genitori a dover chiedere giorni di ferie al lavoro per poter andare a prendere i loro figli. Un disagio che ha interessato diverse scuole di Bari.
Classi pollaio. Ogni anno gli studenti si ritrovano nelle cosiddette “classi pollaio”, con una media di 30 alunni se non oltre, e all’interno anche studenti disabili. “Abbiamo fatto già richieste in passato per evitare queste situazioni ma nulla è cambiato – denuncia Vito Fumai, segretario generale Flc Cgil Bari – è un problema che si verifica soprattutto sulle scuole superiori. Fin quando rimarranno quei parametri introdotti dalla riforma Gelmini continueremo ad avere queste situazioni”. Situazioni anche difficili da gestire considerando non solo il problema delle cattedre vuote, ma soprattutto la carenza nell’organico Ata: ci sono scuole che non riescono a garantire le attività ordinarie proprio per i pochi collaboratori assegnati.