“Sono passati dieci anni dal barbaro assassinio di Paola Labriola. Un dramma che ha scosso profondamente la città e che resta indelebile nella memoria di tutti noi. In questi dieci anni Paola ed il suo sacrificio sono divenuti per tutti motivo per rivendicare un diritto, costituzionalmente tutelato: quello alla sicurezza sul lavoro. Lo ricordiamo annualmente con un concerto dedicato propria alla nostra collega Paola Labriola.” – commenta così Filippo Anelli, Presidente dell’Ordine dei medici di Bari, il decimo anniversario della morte di Paola Labriola (4 settembre 2013), la psichiatra assassinata da un paziente nel centro di salute mentale di via Tenente Casale.
“Non c’è dubbio che tanta strada in questi dieci anni sia stata percorsa per far diventare il tema della sicurezza sul posto di lavoro parte della coscienza collettiva. Un percorso lungo e difficile costellato ancora da tanti episodi di violenza come quello di Barbara Capovani, psichiatra uccisa qualche mese fa a Pisa. – continua Anelli – La conquista della piena esigibilità dei diritti non può prescindere dall’impegno a far sì che questa cultura cresca sempre più. Per questo ritrovarsi ogni anno non è superfluo né banale perché rappresenta il punto di arrivo ma anche di partenza di un impegno costante che come Ordine dei Medici ci siamo assunti per sensibilizzare la “politica”, gli amministratori, i colleghi e i cittadini su questo importante tema”.
“C’è ancora tanta strada da fare. – aggiunge Anelli – La legge 113 del 2020 e le successive modifiche hanno rappresentato un grande risultato raggiunto, cosi come l’istituzione di un Osservatorio nazionale sul tema della violenza. Nella nostra regione siamo invece in forte ritardo. Abbiamo bisogno di un tavolo permanente, un Osservatorio regionale appunto, per monitorare gli episodi di violenza e coordinare le azioni di prevenzione, coinvolgendo tutti gli attori”.
“Ha ragione Vito Calabrese, marito di Paola Labriola, quando osserva che la opportuna chiusura della sede in via Tenente Casale senza nessuna nuova apertura di un centro o di un servizio di psichiatria in un quartiere popolare come quello di Libertà rappresenta una sconfitta per tutti. Lo Stato, il Servizio Sanitario Nazionale arretrano nel garantire i diritti e ne escono sconfitti. La cultura dei diritti si poggia sul riconoscimento del lavoro, delle competenze dei professionisti. Ridurne il loro numero e limitarne l’utilizzo purtroppo ancora oggi è pratica quotidiana nella becera cultura aziendalistica che pervade il nostro servizio sanitario nazionale. Promuovere il valore delle professioni e i diritti è la strada più difficile per il nostro Paese” – dichiara Anelli.
Questa mattina è previsto un sit-in organizzato davanti a quello che fu il centro di psichiatria di base in via Tenete Casale. Seguirà un incontro al Teatro Piccinni venerdì 22 settembre per ricordare con un concerto Paola Labriola, Barbara Capovani e tutte le vittime.