E’ considerato “edificio vetusto”, con criticità che riguardano la “sicurezza, il trattamento e la socialità dei detenuti” e con “spazi verdi totalmente assenti” e solo un “cortile dove si svolge l’ora di aria”. I problemi del carcere di Bari, evidenziati dalla Camera penale del capoluogo pugliese in seguito al sopralluogo effettuato lo scorso 21 agosto nell’ambito dell’iniziativa Agosto nelle carceri sono parecchi. Alla visita hanno partecipato fra gli altri Marisa Savino, presidente della Camera penale di Bari, l’ex presidente Guglielmo Starace e il vice presidente Filippo Castellaneta.
I risultati sono contenuti in un documento dal quale emerge il sovraffollamento: nell’istituto ci sono 447 persone, di cui 445 effettivi e due ricoverati. Fra i detenuti 150 sono sono a titolo definitivo, 300 a titolo cautelare o misto. Sono 125 quelli nel circuito alta sicurezza. La capienza regolamentare sarebbe di 258 persone, più 32 nell’istituto femminile chiuso da tempo. Quanto alla polizia penitenziaria, ci sono 248 agenti in servizio su una pianta organica che ne prevede 276. Di questi 14 sono “prossimi alla pensione e quindi meno utilizzati”.
Le carenze riguardano anche gli educatori: la pianta organica ne prevede dieci, poi ridotti a cinque. In servizio ce ne sono tre, “fra cui la coordinatrice”, costretti a svolgere “2.500 pratiche l’anno”. Quanto all’area sanitaria, “nel primo semestre 2023 sono state eseguite 299 prestazioni di psichiatria penitenziaria”, mentre sono “17 malati i oncologici in terapia o in follow up”.
In seguito alla visita la Camera penale di Bari ha presentato una proposta: “Rendere immediatamente fruibile la area femminile, di fatto chiusa e inagibile, per la realizzazione di spazi comuni per la socializzazione”. Evidenziando che occorre “sollecitare le istituzioni a prendere contezza che a Bari esiste tutt’ora un problema di edilizia giudiziaria e purtroppo anche di edilizia carceraria”.