Ha il posto auto riservato ai disabili davanti a un bar, ma lo trova sempre occupato, così, per evitare di “disturbare” il lavoro dell’attività e i clienti, decide di chiedere al Comune (ottenendolo) il permesso per una nuova postazione. Da qui però inizia il suo “inferno quotidiano”: dalle minacce verbali a quelle fisiche, sino a passare per i danni all’auto.
E’ la disavventura che, ormai da mesi, si ritrova a vivere una donna nel Barese, alle prese, da 17 anni, con una paralisi ad una gamba dopo un intervento effettuato sulla colonna vertebrale. A raccontare quanto accade a Borderline24 è la stessa donna fortemente preoccupata per gli episodi di violenza che diventano sempre più frequenti e che, teme, possano coinvolgere anche i propri figli. “Vivo in un portone vicinissimo a un bar – spiega – avevo il mio posto auto riservato per disabili proprio lì, ma ero spesso vittima di lamentele da parte dei clienti dell’attività sulla quale però, non ho nulla da dire, il gestore è sempre stato gentile e rispettoso con me. Quel posto però era quasi sempre occupato da chi lo utilizzava anche solo per un caffè, così, onde evitare di disturbare e di chiedere sempre di spostare l’auto, ho deciso di chiedere al Comando dei Vigili urbani un altro posto”. Quel posto la donna l’ha ottenuto, ma nel giorno in cui la ditta incaricata si è presentata per apporre la segnaletica, è iniziato l’incubo.
“Mi sono fatta cambiare lo stallo chiedendo regolarmente il permesso e chiedendo che lo stallo fosse posizionato di fronte a casa – ha precisato – Forse era meglio se non lo facevo. Il giorno in cui la ditta incaricata è arrivata è accaduto l’impensabile: sono stata minacciata, c’è stato un diverbio acceso e alla fine, per sedare gli animi, ho chiesto ai vigili di farmi spostare il posto più avanti. Non volevo ledere i diritti di nessuno, non mi aspettavo davvero reagissero così. Pensavo fosse finita lì, ma così non è stato” – ha evidenziato. Da quel momento, quasi ogni giorno, la donna è vittima di minacce, occhiatacce, sorrisi intimidatori e si ritrova a litigare costantemente con alcune persone che, sottolinea “provano in ogni modo ad ostacolarmi”.
“Da quel momento sono accadute una serie di cose per le quali ormai vivo nel terrore – ha proseguito – mi hanno minacciata dicendo che non potrò mai parcheggiare lì, hanno anche danneggiato l’auto, ci sono costantemente diverbi accesi. Poco mi importa dell’auto, mi interessa la sicurezza dei miei figli. Ormai, quando la più grande rientra la notte dal lavoro, l’aspetto guardandola dal balcone. Ho paura” – ha sottolineato. Il tutto è stato regolarmente denunciato ai Carabinieri. “Mi stanno rendendo la vita difficile” – prosegue nel racconto la donna – “ho anche trovato il palo che segnala la presenza del posto auto divelto”.
La responsabilità del palo in questione, va sottolineato, essendo stato posizionato con ordinanza apposita, è della donna, pertanto, se dovesse accadere qualsiasi cosa dovrà risponderne personalmente. Ma non è finita qui. Al danno, si aggiunge anche la beffa. Durante l’ultimo posizionamento, il posto auto era occupato da una vettura, pertanto, per la ditta, non è stato possibile segnare con delle strisce il posto. “Al rientro dalle vacanze – prosegue la donna – ero tranquilla perché avevo ricevuto una foto in cui mi rasserenavano sul fatto che finalmente c’erano anche le strisce, invece, a notte fonda, proprio appena tornata dal viaggio, ho scoperto che era stato sbagliato il posto, posizionato in un luogo per cui non è prevista ordinanza, al danno si è aggiunta la beffa”. La donna, attualmente, occupa dunque un posto che per ordinanza non è suo.
“Non ce la faccio più – ha detto infine – adesso dovrò capire se sarà necessario far cambiare il numero della postazione sull’ordinanza o se dovranno rifare la segnaletica nel posto giusto, ma tutto questo dopo le vacanze estive, perché ora sono tutti in ferie. Spero solo finisca presto questo incubo, perché al di là del posto nel luogo errato, restano le minacce e vengo ancora perseguitata. A guardarmi, non si direbbe che ho una disabilità, ma la gente non si rende conto di quello che vivo. Sono disabile da 17 anni, dopo un intervento al disco con 5 fratture e necrosi ossea. Ho anche una serie di lesioni, di cui grazie a Dio si vede solo la punta dell’iceberg. Sono in terapia e prendo farmaci da molto. Questa cattiveria non me l’aspettavo, forse dovevo ascoltare mio padre che mi consigliava sempre, quando era in vita, di non chiedere il posto auto riservato per la mia disabilità, perché la gente sarebbe stata cattiva e invidiosa pure delle disgrazie altrui. Ho sempre cercato di non pesare su nessuno, ma per me è davvero dura vivere così osservata, additata e minacciata da gente probabilmente meno sfortunata di me. Sto pensando di trasferirmi in un’altra città, ma non è giusto” – ha concluso.