“Una normale giornata di un disabile in carrozzina da Sant’Anna al centro di Bari”. Inizia così un lungo racconto di Alex Ferri, residente nel rione Sant’Anna che ha voluto descrivere i disagi che ogni giorno i disabili si ritrovano ad affrontare a Bari.
“Oggi mi sono svegliato verso le 7, è venuto il mio assistente, e mi ha preparato e ho deciso di andare in centro a Bari. Abito nel quartiere Sant’Anna e quindi dovevo prendere il bus 2/ (l’unico mezzo pubblico per un intero quartiere) – racconta – Scendo da casa, non casa mia in via Francia (perché da quasi 8 anni manca l’asfalto, perché il quartiere Sant’Anna Bari si è progettato in questa maniera…), e procedo verso il capolinea in via Conenna. Lo vedo in lontananza, è già lì e sta per partire… Incomincio a mettere il turbo alla mia carrozzina per non perdere la corsa… Sono quasi le 9:20 e il sole picchia, non voglio mica rimanere mezz’ora al sole sotto una pensilina che non fa ombra, in un quartiere dove non c’è ombra… Sono quasi arrivato vicino al marciapiede… e niente mi fermo, non posso salire sul marciapiede”.
“Qualcuno ha deciso di scaricare i residui di un lavoro di una casa presso i bidoni lí vicino – continua il racconto – incurante che lì c’è una discesa per disabili… e niente, non mi abbatto, vado avanti, sono costretto a camminare sulla strada, schivando le macchine che percorrono via Conenna… Mi avvicino al bus, chiedo all’autista di aspettarmi, devo raggiungere l’altra discesa per disabili che sta in fondo al marciapiede, c’è sempre il sole e fa sempre caldo… Arrivo alla discesa, finalmente questa è libera, ci salgo e devo raggiungere il bus”.
“Anche da qui raggiungere il bus è un’impresa, vicino i bidoni, c’è di tutto: cacche di tutti i tipi di cani, ci devo passare sopra, ma poi inizio a vedere altri rifiuti sul marciapiede che non posso superare. Per fortuna a piedi l’autista mi vede in difficoltà e sposta dei pezzi di legno e mi crea un passaggio per raggiungere il bus… Grazie signor autista, sei stata l’unica persona civile che mi ha permesso di poter vivere la mia via”. Una volta arrivato in piazza del Ferrarese un altro “ostacolo”: la salita è “sommersa” di acqua.