“La denuncia lanciata in questi giorni dal comitato cittadino Fibronit in merito all’insensato stralcio dei fondi PNRR già assegnati alla città di Bari per la realizzazione del parco della rinascita sull’area della ex fabbrica di manufatti in cemento amianto, ha scatenato un infelice ed irrisolvibile scontro politico, anche condito da grave ignoranza sulla storicità degli eventi (i documenti bisogna leggerli tutti, e con attenzione), allontanando la discussione dagli aspetti sociali e sanitari che appartengono di diritto a questa vicenda”. Inizia così un lungo comunicato del comitato Fibronit in merito alle polemiche degli ultimi giorni tra i senatori di Fratelli d’Italia che hanno accusato il Comune di non aver rispettato i termini previsti dal Pnrr e il Comune che invece ribadisce la correttezza delle procedure. In mezzo alla polemica una delle opere più significative per la città: la realizzazione del Parco della Rinascita nell’ex Fibronit.
“Il nostro intento – spiegano dal comitato – era di creare un fronte comune cittadino con tutte le forze politiche ed i loro rappresentanti, al fine di scongiurare azioni maldestre e ingiuste nei confronti della città di Bari e dei suoi cittadini. Questi ultimi, in questi giorni, sono stati travolti da notizie che, sovrapposte a dati e numeri, hanno avuto non poche difficoltà a comprenderne il significato. In questo modo si è riusciti a radicalizzare lo scontro politico anziché unire in uno scopo comune: difendere a tutti i costi la realizzazione del Parco della Rinascita nei tempi previsti e attesi”.
“Che fosse proprio questo l’obiettivo di qualcuno? In questo caso è stato commesso un grave errore strategico perché il comitato cittadino Fibronit ha ben chiaro lo sviluppo dell’intera vicenda procedurale e non si lascia ingannare da chi prova a sviare il cuore del problema – continua la nota – Continuiamo a ritenere che non vi sia alcun presupposto per temere la perdita dei fondi PNRR a causa di fantomatici ritardi nella realizzazione del parco e andremo sino in fondo per ottenere quanto già nostro. Lo dobbiamo alle oltre 700 vittime della Fibronit e quanti ancora oggi si ammalano. Non dimenticatelo mai”.