Il maggior numero di “lavoratori introvabili”, per le imprese che cercano manodopera da assumere, è in Trentino-Alto Adige “con il 61,6% del personale di difficile reperimento”. E’ nel Lazio la percentuale più bassa: il 40,8%. La scarsità di manodopera è una emergenza – secondo un rapporto presentato da Confartigianato – “in crescita ovunque”, con i maggiori aumenti (a luglio, rispetto al luglio del 2022) in Abruzzo (+11,5%), in Calabria (+10,9%), in Liguria (+10,8%), in Puglia (+10,5%.
Questa la ‘classifica’ stilata dalla confederazione di artigiani e piccole imprese (una elaborazione dell’ufficio studi Confartigianato su dati Unioncamere-Anpal) che indica la “quota lavoratori di difficile reperimento” in percentuale rispetto alle previsioni di assunzioni delle imprese ed indica quanto, in punti percentuali, questo dato sia peggiorato nella variazione rispetto ad un anno prima.
“In particolare – evidenzia il rapporto di Confartigianato sulla carenza di personale da assumere – le maggiori difficoltà di reperimento si riscontrano per i tecnici specializzati nella carpenteria metallica (70,5% di personale difficile da trovare), nelle costruzioni (69,9%), nella conduzione di impianti e macchinari (56,6%)”.
A livello regionale “le imprese che faticano di più a trovare dipendenti operano in Trentino-Alto Adige, con il 61,6% del personale di difficile reperimento. Seguono quelle della Valle d’Aosta (57,1%), dell’Umbria (54,6%), del Friuli-Venezia Giulia (53,3%), dell’Emilia-Romagna (52,7%), del Piemonte (52%) e del Veneto (51,4%)”.
La scarsità di manodopera “è un’emergenza in crescita ovunque: nell’ultimo anno, infatti, la quota di lavoratori difficili da trovare è salita di 9,1 punti nel Mezzogiorno, di 6,9 punti nel Centro, di 7,4 punti nel Nord Ovest e di 6,5 punti nel Nord Est. In particolare, i maggiori aumenti si registrano in Abruzzo (+11,5%), in Calabria (+10,9%), in Liguria (+10,8%), in Puglia (+10,5%) e Trentino-Alto Adige, la regione più esposta al fenomeno, con +10,3%”.
Dal rapporto di Confartigianato emerge inoltre che, tra le cause di difficile reperimento di manodopera, “per il 32,4% dei lavoratori è dovuto alla mancanza di candidati ed il 10,8% all’inadeguata preparazione dei candidati.