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Fuori sede a Bari, prezzi delle stanze in affitto ‘da capogiro’

A Bari il maggior aumento di Italia

Pubblicato da: redazione | Gio, 17 Agosto 2023 - 13:39

Con il nuovo anno accademico alle porte, ricomincia la corsa alle stanze da parte degli studenti fuori sede… e non solo. Lavoratori e universitari quest’anno si troveranno ad affrontare una situazione ancora caratterizzata da rincari dei prezzi, anche se non in tutte le città.  A Bari la situazione è abbastanza complicata. Si assiste ad un aumento record dei prezzi con rincari del 29%, seguita da Palermo e Brescia con un +18%. Il prezzo medio di una stanza singola nel capoluogo pugliese è di 356 euro, a Milano si arriva a 626 euro.

Parma e Pescara vedono un incremento del canone della singola del 16% in un anno. Sono invece principalmente le sedi universitarie più note a mostrare un rallentamento della corsa dei prezzi e in alcune città addirittura diminuiscono: è il caso di Padova, dove i prezzi in un anno sono scesi del 12%, ma anche Firenze e Trento, al -4% e -2% rispettivamente.  Siena si attesta al -1%, mentre Roma non mostra variazioni rispetto allo scorso anno. La stessa Milano, la più veloce di sempre nella sempre nella corsa ai rincari, nel 2023 ha visto crescere i prezzi “solo” dell’1%; Bologna dell’8%.

Gli studenti e lavoratori avranno comunque a disposizione un’offerta del mercato più cospicua, visto l’aumentare diffuso degli alloggi di questa tipologia (+34% per le singole). Infatti, l’ultimo rapporto di Immobiliare.it Insights, società del gruppo di Immobiliare.it, il portale immobiliare, specializzata in big data e market intelligence per il settore immobiliare, evidenzia un aumento dell’offerta molto importante soprattutto nei centri satellite, come Brescia (+75%), Latina (+68%), Bergamo (+49%), che ora si propongono come alternativa ai poli di maggiore dimensione, grazie anche alla presenza di collegamenti rapidi con la grande città e un’offerta didattica spesso similare.

“L’attenzione degli ultimi mesi verso la tematica del caro affitto che ha coinvolto in maniera trasversale i principali poli universitari italiani, ha sortito l’effetto di risvegliare l’interesse dei piccoli proprietari verso un mercato, quello delle stanze, appunto, percepito come più redditizio, sicuro e reattivo rispetto a quello tradizionale – afferma Carlo Giordano, Board Member di Immobiliare.it – Nel lungo periodo vedremo anche i risultati degli investimenti previsti dal PNRR oppure nuove iniziative private di sviluppo per gli studentati, ma nel breve è la piccola proprietà ad aver compreso l’opportunità di proporre i suoi immobili in un’ottica di condivisione, raccogliendone i vantaggi. Questa crescita degli alloggi disponibili porterà a un miglior equilibrio tra domanda e offerta che, finalmente, darà un freno alla risalita dei canoni di locazione”. La domanda, comunque, continua a crescere, influenzata dalla coda lunga dei rientri post- Covid: la richiesta per le singole è infatti salita del 27% rispetto al 2022.

Milano e Roma
Milano aveva tutti gli occhi puntati addosso, dopo aver fatto partire la protesta delle tende poco prima dell’estate: la città, per la prima volta negli ultimi anni, frena sui rincari. Rimanendo comunque la più cara, con un costo medio delle singole di 626 euro al mese, segna “appena” il +1% rispetto all’anno scorso riconducibile all’aumento dell’offerta (+36%), pur conservando ancora un incremento nella domanda (+15%). Passando alla Capitale, Roma vede una crescita importante nella domanda (ben +55% verso l’anno passato) collegata alla difficile mobilità verso la città e al completamento del rientro in prossimità del luogo di studio dopo la pandemia. Questo porta a una minor crescita dell’offerta, subito assorbita dal mercato. La buona notizia per i fuori sede e le loro famiglie è che il canone ferma la sua corsa, rimanendo a 463 euro al mese per la singola.

Le storiche città universitarie
Le tre città con forte storia universitaria Bologna, Padova e Venezia registrano in comune l’aumento dell’offerta (+33%, +30% e +47% rispettivamente), ma hanno comportamenti diversi sulla domanda che ne determina andamenti diversi sui canoni. Bologna, con i suoi 482 euro al mese per la stanza, ancora in crescita (+8% verso un anno fa), mostra una diminuzione dell’interesse (-14%) con una domanda che continua a spostarsi nel primo hinterland. Padova registra invece ricerche in forte aumento (+87%) grazie anche alla riduzione di prezzo (-12%) legata all’ingresso di una nuova offerta. Venezia è comunque atipica per la sovrapposizione della domanda turistica di breve periodo: vede una crescita di prezzo del 10% pur registrando un minor incremento dell’interesse rispetto ad altre città (+25%).

Dove l’offerta anticipa la domanda
Interessante, infine considerare le città che stanno scoprendo l’offerta di soluzioni in condivisione: Brescia, Latina, Trieste, Modena, Messina e Catania registrano crescite nel numero di alloggi disponibili superiore al 50% rispetto a un anno fa. I piccoli proprietari stanno valutando con interesse queste formule di locazione e qui l’offerta sta anticipando la domanda, con una ragionevole attesa a settembre di prezzi calmierati dalla competizione di mercato. «Non possiamo però esimerci da una riflessione – continua Giordano – Nel momento in cui i proprietari decidono di entrare nel mercato delle stanze o dell’affitto turistico di breve termine, ne risulta una diminuzione degli immobili proposti in quello dell’affitto tradizionale di lungo periodo (i contratti 4+4 o 3+2 del canone concordato). In Italia lo sviluppo immobiliare è fermo da anni e questo aumenta la probabilità di trovarsi ad affrontare, nel medio periodo, un nuovo caro affitti legato alla scarsità di offerta destinata ai giovani lavoratori o nuove coppie che cercano la loro  casa in queste città».

I prezzi delle singole
Come abbiamo visto, per quanto riguarda le singole, Milano resiste sul gradino più alto del podio, a 626 euro. Bologna supera per la prima volta Roma: per potersi permettere una stanza tutta per sé nella prima bisogna mettere a budget 482 euro, 463 euro nella Capitale. In quarta posizione c’è invece Firenze con i suoi 435 euro. Quasi appaiate Modena e Bergamo, 412 euro e 411 euro rispettivamente. Superano, appena, la soglia dei 400 euro anche Padova e Verona (404 euro e 401 euro, rispettivamente). Poco al di sotto di questa cifra, chiudono la top10 Venezia (396 euro) e Brescia (385 euro).

I costi delle doppie
Diversa la situazione se si vanno ad esaminare i prezzi del posto letto in doppia: se il capoluogo lombardo conserva la prima posizione a 348 euro, al secondo posto si trova invece Roma con 272 euro. Terza posizione per Napoli, fuori dalle prime 10 per quanto riguarda le singole, a 258 euro. Seguono Firenze (255 euro) e Bologna (249 euro). Sesta Padova a 231 euro, seguita da Modena dove un posto letto costa 226 euro di media. Tra i 220 e i 210 euro, infine, le città di Torino, Verona e Pavia, che supera di poco la città di Venezia, fuori quindi dalla top10.

Sulla faccenda è intervenuto anche il movimento studentesco Link:

“Abbiamo appreso in queste ore – scrivono – i risultati dell’indagine di Immobiliare.it i quali ci mostrano uno scenario da incubo per la nostra città. Bari è il comune in cui il costo degli affitti cresce maggiormente e in cui sempre meno sono i posti letto disponibili. È inaccettabile che a Bari si paghino affitti così alti per studiare o lavorare. Parliamo di un costo medio di 356€ frutto di aumenti del 29%. Una città che vuole essere universitaria deve innanzitutto garantire il diritto all’abitare, senza di esso parlare di città universitaria è vuota e inutile retorica. L’estate ha riempito la nostra città di turisti e ha fatto impennare la presenza di stanze Airbnb garantendo a chi ha patrimoni immobiliari in città la possibilità di aumentare le proprie rendite, in questo contesto le uniche vittime sono coloro i quali cercano una stanza o una casa in affitto: studenti, giovani lavoratori e famiglie.
Da settembre 2022 abbiamo posto, in diversi incontri, il tema dell’emergenza abitativa all’amministrazione comunale ma ad oggi non si sono visti avanzamenti. È necessario tornare a confrontarsi sul come rispondere a questa emergenza dato che in un anno non si sono trovate soluzioni adeguate, è il momento dunque che l’amministrazione assuma una scelta politica chiara, per frenare un’ondata speculativa che rende inaccessibile e invivibile la nostra città. Ma diverse sono le responsabilità per questa situazione, la carenza di posti alloggio, problema storico del sistema di diritto allo studio del paese, non fa altro che aumentare lo spazio a disposizione per chi vuole arricchirsi sulla pelle di studenti e studentesse e le soluzioni che il governo sta trovando in questo senso sono insufficienti e superficiali. Serve una chiara programmazione e per la costruzione di alloggi pubblici e nuovi e più forti interventi legislativi/normativi sulla questione degli affitti”.

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